Monti, aut aut a Bersani: O noi o Vendola. Il segretario non ci sta: Sel non si tocca

Monti, aut aut a Bersani: O noi o Vendola. Il segretario non ci sta: Sel non si tocca

E’ di nuovo alta tensione tra Bersani e Monti, dopo le prove di dialogo partite da Berlino, da dove ieri il leader del Pd aveva detto di essere disponibile ad una intesa con il premieri uscente.
Oggi lo stesso Bersani, intervenuto a ‘Radio anch’io’, ha ribadito la disponibilità “a rivolgermi anche a forze come quella del professor Monti”.
Incassando però due risposte che hanno fatto risalire la tensione. La prima, in ordine di tempo, da Nichi Vendola, che sottolineando come il centrosinistra sia su posizioni diverse da quelle di Monti, criticava l’apertura dei democratici, e ‘avvertiva’ via twitter del rischio di una frattura tra Sel e il Pd. “Spero che Bersani non si voglia assumere la responsabilità di rompere l’alleanza del centrosinistra”, scriveva Vendola in mattinata.
Poco dopo lo stesso Monti, rispondendo a Berlusconi che lo accusava di inciucio con il Pd, spiegava che “non c’è stato nessun accordo tra Bersani e me, tra nessuno e Scelta civica. Il tema delle alleanze è prematuro, verrà dopo il voto. Immagino che se Bersani è interessato, come dichiarato, ad una collaborazione con le forze che rappresento, dovrà fare delle scelte all’interno del suo polo”.
Parole che hanno fatto infuriare Bersani che ha subito accusato Monti di intromettersi nelle questioni del centrosinistra, in particolare nel rapporto Pd-Sel. “Il mio Polo è il mio Polo, e che nessuno lo tocchi. A partire da lì, siamo pronti a discutere”.
Stamattina il segretario del Pd era intervenuto a Radio Anch’io ribadendo l’apertura al professore dopo il voto. E sull’alleanza con Monti, così rispondeva al direttore dell’Adnkronos Alessia Lautone, che gli aveva chiesto se parlasse anche a nome di Vendola. “Basta leggere la carta d’intenti, che si è data una credibilità in termini di rigore e di serietà. Dopo di che – puntualizza il segretario dem – c’è scritto che a contrasto delle regressioni populiste di una destra europea e nazionale, noi abbiamo un atteggiamento di apertura nei confronti di forze europeiste e costituzionali”. “E’ chiaro, però – precisa – che le convergenze non si fanno a tutti i costi, deve essere messo alla prova dei programmi”. Poi Bersani mette in chiaro: “Solo noi siamo in condizione di battere la destra, Monti non lo è. E siccome vince chi arriva primo, noi facciamo un appello agli italiani per governare il Paese”.
Bersani ha poi parlato di Berlusconi. “Che sta richiamando i suoi, io non l’ho mai sottovalutato e non ho mai pensato di avere la vittoria in tasca. Ma non sento il fiato sul collo. Ho sempre pensato ci fosse la destra e non ho mai sottovalutato” il Cavaliere. “Ma quando sento parlare di sorpasso, io rispondo ‘col binocolo’”. Cosi’ il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, su Radio uno, rispondendo a una domanda del direttore Antonio Preziosi. “Sento che Berlusconi si rimpannuccia con le sue forze, che sono quelle che ha”, afferma il segretario dem.
Il governo durerà 5 anni? “Io penso di si, penso che abbiamo bisogno di 5 anni di stabilità e che li avremo”, dice ancora al direttore dell’Adnkronos, Alessia Lautone. “Non sarà un percorso facile – aggiunge – perché c’è una crisi gravissima, ma ne verremo fuori. Ci vuole stabilità, serietà e anche un po’ di coraggio”, aggiunge.
Matteo Renzi ministro se il Pd dovesse spuntarla alle elezioni? “Non ha mai visto com’è l’ufficio del sindaco di Firenze, è nel cuore del rinascimento italiano. Altro che ministro…”. Risponde Bersani a una domanda di un radioascoltatore.
Infine la a vicenda del Monte Paschi di Siena, in cui “il Pd non c’entra nulla, ma il Pd senese come le istituzioni senesi hanno peccato di localismo”. Il segretario dem traccia poi la strada per evitare che vicende simili si ripetano: “noi introdurremo subito, dal primo giorno – assicura – il falso in bilancio”, vanno poi “regolati i derivati” e chiusa definitivamente la pratica dei “condoni”.