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Tunisia nel caos dopo l’uccisione del capo dell’opposizione. Violenti scontri nella Capitale

Il segretario generale del Partito dei patrioti democratici uniti, Chokri Belaid, è stato assassinato in un agguato a Tunisi, nel quartiere di El Menzah. Lo riferisce la radio tunisina ‘Shems Fm’. Zied Lakhdher, esponente del partito citato dal sito di notizie ‘Tunivisions.net’, ha spiegato che il segretario generale è stato raggiunto da colpi d’arma da fuoco davanti alla sua abitazione.
Il ministro degli Interni ha dichiarato alla radio che la vittima è stata colpita da tre proiettili sparati da vicino mentre stava salendo sulla sua auto, aggiungendo che secondo quanto riferito da testimoni oculari gli assassini erano di età compresa tra i 25 e i 30 anni.
Belaid, avvocato ed esponente dell’opposizione della sinistra tunisina, era un forte critico del partito islamico Ennahda, uscito vincitore dalle prime elezioni del dopo-Ben Ali nell’ottobre del 2011. Sabato scorso Belaid aveva accusato ”mercenari” al soldo di Ennahda per un attacco contro un raduno del suo partito.
Belaid aveva 48 anni e nell’autunno dello scorso anno aveva aderito al Fronte popolare, coalizione composta da una decina di partiti e movimenti politici con l’impegno di battersi per realizzare gli obiettivi della Rivoluzione dei Gelsomini.
Dopo l’omicidio dell’oppositore è alta la tensione a Tunisi. Secondo il sito d’informazione ‘Le Noveul Observateur’, si registrano scontri nel centro della capitale nordafricana, in viale Bourguiba, tra manifestanti e forze di sicurezza che hanno sparato lacrimogeni in risposta al lancio di sassi e bottiglie. I dimostranti, precisa il sito, hanno chiesto a gran voce le dimissioni del governo.
In migliaia sono scesi in piazza per protestare. Il ministero dell’Interno di Tunisi è sotto assedio . ‘Vogliamo la caduta del regime’ e ‘Niente paura, il potere è del popolo’, sono stati alcuni degli slogan intonati dai manifestanti. Nel mirino delle contestazioni soprattutto il ministro degli Interni ed esponente del partito islamico Ennahda al potere, Ali al-Arid. ‘Vattene’, è stato il messaggio dei dimostranti per il ministro.
Non solo Tunisi. Manifestazioni si sono svolte anche in altre province del Paese. Testimoni hanno riferito ad Aki-Adnkronos International di proteste a Sfax, Sidi Bousid, Gafsa e Nabeul, dove centinaia di avvocati e studenti sono scesi in piazza. Le lezioni sono state sospese nella maggior parte delle scuole e delle università, mentre si diffondono notizie su attacchi contro le sedi di Ennahda.
“Non è mai accaduto che un oppositore venisse ucciso in Tunisia neanche all’epoca dell’ex presidente” Zine el Abidine Ben Ali, dice un manifestante di Tunisi ad Aki-Adnkronos International, mentre un altro attribuisce la responsabilità della morte di Belaid al governo e al partito Ennahda. “La maggior parte dei partiti avevano messo in guardia dal pericolo rappresentato dai salafiti per la rivoluzione e per la pace sociale nel Paese”, ricorda.
Il leader dell’opposizione e portavoce del Fronte Popolare, Hema El Hamami, parlando con la stampa a Tunisi, ha annunciato che le forze di opposizione tunisine hanno proclamato domani uno sciopero generale per condannare la morte di Belaid.
Dal canto suo, il leader di Ennahda, Rachid Ghannouchi, ha chiesto una giornata di lutto nazionale, annunciando l’intenzione di partecipare ai suoi funerali dell’oppositore.
Condannando l’agguato il premier tunisino, Hamadi Jebali ha definito l’omicidio ”un atto criminale e terroristico che mira a colpire la Tunisia e la sua rivoluzione”. ”I criminali cercano di far scivolare il Paese nella violenza”, ha aggiunto il primo ministro che ha promesso che i responsabili dell’agguato saranno presto catturati e ”portati davanti alla giustizia”.
In serata, Jebali ha annunciato lo scioglimento del governo e la nascita di un esecutivo di unità nazionale composto da “tecnici” per superare la crisi politica. Il premier tunisino ha sottolineato che i membri del nuovo governo non si candideranno alle prossime elezioni e ha esortato l’Assemblea Costituente ad accelerare le sue attivita’ per elaborare la Carta fondamentale e stabilire cosi’ al piu’ presto una data per le consultazioni parlamentari e presidenziali.
Il presidente tunisino Moncef Marzouki ha deciso di annullare la visita al Cairo e rientrare in patria dalla Francia. Marzouki non parteciperà quindi al summit dell’Organizzazione della cooperazione islamica, che si aprirà nelle prossime ore al Cairo.
Il presidente tunisino ha definito l’omicidio di Belaid, come una ”minaccia” da parte dei ”nemici” della transizione democratica. ”E’ una minaccia, un messaggio che ci è stato inviato e che non verrà accolto”, ha detto.