Saipem, tangenti in Algeria: Indagato l’Ad di Eni Scaroni. Il manager si difende: Io estraneo
Paolo Scaroni, amministratore delegato dell’Eni, risulta indagato dalla Procura di Milano per tangenti. L’inchiesta riguarderebbe, secondo quanto emerge da ambienti investigativi, una commessa da 11 miliardi di dollari in Algeria e una maxi tangente da 197 milioni di euro.
Da quanto emerge da ambienti investigativi, sono otto gli indagati sulla presunta corruzione internazionale in Algeria. Oltre a Scaroni, risultano indagati Pietro Varone, dirigente Saipem, Tullio Orsi, ex dirigente Saipem, Pietro Tali, ex ad Saipem, Alessandro Bernini, ex direttore finanziario Saipem, Antonio Vella e Nerio Capanna, entrambi dirigente Saipem.
Risulta indagato anche Farid Noureddine Bedjaoui. Secondo l’accusa, per aggiudicarsi i lavori del progetto Medgaz e del progetto Mle in joint venture con l’ente di stato algerino Sonatrach, le due societa’ italiane avrebbero versato alla societa’ di Hong Kong, Pearl Partners Limited dell’intermediario Farid Noureddine Bedjaoui delle tangenti. Il presunto intermediario avrebbe avuto l’incaricato di distribuire le ‘mazzette’ a faccendieri e manager della Sonatrach.
Nel 2009 Saipem si era aggiudicata un contratto da 580 mln di dollari dal gruppo algerino Sonatrach per la costruzione del terzo lotto del gasdotto Gk3 su cui ha avviato indagini anche la magistratura algerina. Su questa vicenda in Algeria e’ gia’ stata aperta un’inchiesta che ha portato, poche settimane fa, alle dimissioni del presidente del gruppo algerino Mohamed Meziane e di altri quindici dirigenti accusati di corruzione e di malversazione.
Fonti ufficiali del gruppo petrolifero italiano affermano che ”l’Eni e l’ad Paolo Scaroni sono completamente estranei alla vicenda”. L’Eni, si legge in una nota, ”prende atto” che la Procura di Milano, nell’ambito dell’inchiesta giudiziaria che coinvolge Saipem per attivita’ in Algeria, ”ha esteso le indagini anche nei confronti di Eni e del suo ad. Eni e il suo amministratore delegato si dichiarano totalmente estranei alle vicende oggetto di indagine”.
Gia’ a fine novembre 2012, alla notizia dell’indagine per asserita corruzione internazionale in relazione a progetti di Saipem in Algeria, ricorda il gruppo petrolifero italiano, ”Eni si e’ immediatamente attivata raccomandando alla propria controllata Saipem, nel rispetto della sua autonomia in quanto societa’ quotata, di mettere in atto tutte le piu’ opportune azioni di verifica interna, di cooperazione con la magistratura e di discontinuita’ organizzative e gestionali, che hanno portato alle dimissioni e licenziamento di diversi ruoli apicali di Saipem coinvolti nelle attivita’ oggetto di indagine”.
Eni, conclude la nota, ”ha inoltre direttamente fornito, e continuera’ a fornire la massima cooperazione alla magistratura”.
Social