Fitto condannato: quattro anni per corruzione e finanziamento illecito all’ex ministro e capolista Pdl in Puglia
E’ arrivata in piena notte, intorno alle 00.30, e dopo oltre 28 ore di camera di consiglio, la sentenza del processo di primo grado, meglio noto come ‘La Fiorita’, che si svolgeva davanti alla seconda sezione del Tribunale penale di Bari. L’ex ministro degli affari regionali Raffaele Fitto, è stato condannato alla pena di 4 anni di reclusione e all’interdizione dai pubblici uffici per 5 anni. La Procura della Repubblica aveva chiesto una pena a 6 anni e 6 mesi. L’imprenditore del settore sanitario ed editore Giampaolo Angelucci è stato condannato a 3 anni e 6 mesi mentre l’accusa aveva chiesto un anno in più.
I reati contestati a Fitto si riferivano a un periodo tra il 1999 e il 2005 quando era presidente della giunta regionale della Puglia. L’esponente del Pdl è stato condannato per corruzione, illecito finanziamento ai partiti e abuso di ufficio. E’ stato invece assolto per un altro episodio di abuso di ufficio e per un episodio di peculato. Per un secondo episodio di corruzione la Corte ha disposto che gli atti vengano rimessi al pm per una nuova valutazione. Angelucci è stato condannato per corruzione e illecito finanziamento ai partiti ed è stato interdetto dai pubblici uffici per cinque anni.
L’episodio al centro dell’inchiesta (ma le ipotesi di reato riguardavano anche altri atti amministrativi) è il presunto scambio che ci sarebbe stato tra il gruppo Tosinvest della famiglia Angelucci e lo stesso Fitto per fare in modo che il primo vincesse l’appalto pluriennale per la gestione di 11 Residenze sanitarie assistite, diffuse in tutta la Puglia, del valore di 198 milioni di euro, in cambio di una presunta tangente da 500 mila euro a favore del movimento politico ‘La Puglia prima di tutto’, fondato dal parlamentare del Pdl nel 2005 per affiancare Forza Italia alle elezioni regionali.
La sentenza è stata emessa dal tribunale collegiale presieduto da Luigi Forleo, giudici a latere Clara Goffredo e Marco Galesi che dall’altro ieri sera erano in camera di consiglio in un albergo cittadino. La sentenza è stata letta a mezzanotte e mezza, fatto abbastanza insolito. Fitto ha scosso la testa durante la lettura del dispositivo e al termine, visibilmente amareggiato, non ha voluto rilasciare dichiarazioni ai giornalisti. Probabilmente lo farà, insieme al suo difensore, l’avvocato Francesco Paolo Sisto, in mattinata in una conferenza stampa. L‘ex ministro, che è candidato come capolista in Puglia alla Camera per il Pdl, ha sempre negato le accuse, spiegando, ad esempio nelle dichiarazioni spontanee rese in aula il 26 gennaio scorso, che quella sulle Residenze sanitarie assistite ”fu una gara regolare”.
In totale sono state 13, su circa 30 imputati, le condanne emesse dalla seconda sezione del Tribunale penale di Bari. Le pene più alte hanno riguardato i fratelli Dario e Piero Maniglia, imprenditori salentini, condannati rispettivamente a quattro anni e sei mesi e a quattro anni di reclusione. Il pubblico ministero Renato Nitti aveva chiesto otto anni per il primo e sei anni e sei mesi per il secondo.
Si tratta degli amministratori della Cooperativa ‘La Fiorita’ coinvolta in un presunto accordo illecito che prevedeva la concessione di servizi di pulizia, sanificazione ed ausiliariato da parte di enti pubblici e di Asl pugliesi con la presunta copertura politica di Raffaele Fitto. Oltre alle persone fisiche, nel processo La Fiorita erano imputate anche una decina di persone giuridiche, soprattutto società del gruppo Angelucci. La Corte ha disposto inoltre la confisca di beni al gruppo Angelucci per circa 6 milioni e 600 mila euro.
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