Celentano, canzone inedita: Arriva un’onda nuova. Il molleggiato strizza l’occhio a Grillo
‘Si dice in giro che fra i partiti c’è un’onda nuova che è partita dal niente, come una valanga, sta avanzando come un ciclone per abbattere il marcio della nazione. Se non voti, ti fai del male”.
Adriano Celentano torna con una canzone inedita pubblicata on line sul proprio blog ‘www.ilmondodiadriano.it’ poco dopo le 13 e annunciata poco prima dalla scritta “Adriano Celentano – ore 13.00 – ‘Ti fai del male’ “, impressa su una foto del Molleggiato seduto al tavolo della scenografia del suo doppio concerto all’Arena di verona.
Nel testo la scelta di parole come ‘valanga’ e ‘ciclone’ rimanda facilmente ad un’altra parola ‘tsunami’, richiamando alla mente lo ‘Tsunami Tour’ di Beppe Grillo. E al Movimento 5 Stelle dell’ex comico sembra proprio alludere questa parte della canzone del Molleggiato: ”Fra i partiti c’è un’onda nuova che è partita dal niente, come una valanga, sta avanzando come un ciclone per abbattere il marcio della nazione”.
Canzone che inizia con un “se non voti ti fai del male / mi vuoi dire per quale partito io dovrei votare / loro promettono solo bugie / ormai la politica è come lo sport / facciamo il tifo per chi ci tradisce”.
La frase ‘se non voti ti fai del male’ punteggia l’intero testo, creando l’effetto di un dialogo, che prosegue così: “Non più male di quei governi che abbandonano le donne / sono più di cento in un anno le donne che muoiono assassinate / da quei mariti e padri pazzi di gelosia / merde senza un filo di dignità”.
Al tema del femminicidio Celentano fa seguire quello ambientale: “Poi c’è anche il Molise che stanno uccidendo / bombardato come un groviera da quei fantasmi eolici che muovono il vento / se ne va un altro pezzo di Italia, è la fine dei paesaggi / ma pare che ancora non basterà per distruggerla del tutto / il tanto ambito federalismo altre eliche sulle palle farà girar”.
Passando dal cantato al parlato, Celentano fa poi quello che sembra un accenno alle dimissioni annunciate dal Papa e quindi torna a temi direttamente politici: “Certo, non si può dire che i tempi non siano confusi e mentre il pastore, per salvare il suo gregge, scuote la terra degli scandali, riemergono purtroppo parole pericolose, parole come ‘condono tombale’, e da qui si intuisce chiaramente che i politici sono lontani anni luce dal capire quali siano davvero i motivi di questa crisi; eppure ci camminano sopra, l’Italia ormai è ridotta a una lastra di cemento, come una coltre funebre sulla quale si annidano le pericolose polveri sottili della corruzione”.
“E quindi cosa facciamo – prosegue sempre dialogando Celentano – non c’è altro mezzo per risolvere la crisi, dobbiamo cancellare tutto cio’ che ci rattrista, stracciare il brutto dell’Italia come si straccerebbe una lettera scritta da uomini bugiardi, piena di errori ma, soprattutto, piena di inganni. Quindi non ci rimane che riscrivere la storia del nostro Paese e rifarlo da capo, cioè ricostruirlo da capo, ricostruirlo fisicamente, da capo”.
Il testo torna poi a seguire il ritmo della musica e Celentano canta: “Se non voti non cambia niente / se non voti ritornano ancora / se non voti ti fai del male / più male di così? Ci stanno rubando il mondo / però si dice in giro che fra i partiti c’è un’onda nuova che è partita dal niente / come una valanga, sta avanzando come un ciclone per abbattere il marcio della nazione / se non voti ti fai del male / fino a quando il Comune di Venezia non fermerà quei mostri che galleggiano giganteschi / orribili navi che sembrano palazzi che devastano la laguna / ma i politici non si accorgono che quando la bellezza morirà loro saranno i primi a sprofondare / se non voti – conclude Celentano – non cambia niente / se non voti ti fai del male”.
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