Il Pd non gradito ai tedeschi? Bersani: Una gaffe del Professore la Merkel ci stima
”L’ho interpretata più come una gaffe del professore che un’iniziativa della Merkel”. Pier Luigi Bersani torna così dai microfoni di Radio2 sulle parole pronunciate ieri da Mario Montisecondo cui un governo Pd non sarebbe gradito alla cancelliera tedesca. “I governi europei si rispettano reciprocamente, e Monti lo sa – dice il leader Pd -. E questa è stata anche la mia impressione dopo il viaggio in Germania”. Per Bersani, “era impensabile che la Merkel prendesse un’iniziativa del genere, perché sarebbe venuta meno una tradizione di rapporti che c’è, indipendentemente dal colore politico dei governi”.
Nessuna telefonata è arrivata dal premier uscente dopo l’affermazione poi smentita. “Monti non mi ha chiamato dopo ieri sera, ci siamo sentiti in questo periodo sui temi di azione di governo – spiega il candidato a Palazzo Chigi del centrosinistra – sull’ordinaria amministrazione. Per il resto, ognuno sta facendo la sua campagna”.
Quindi il leader del centrosinistra torna a ribadire che “se vinciamo noi con il 51% del Parlamento siamo assolutamente disposnibili e aperti a discutere forme di collaborazione e convergenza”. Però, insiste Bersani “ci vuole qualcuno che abbia la maggioranza in Parlamento” e “sia chiaro che o vinciamo noi o vincono Berlusconi e la Lega”. Escluso poi dal leader Dem “un governo di unità nazionale perché non è il bene dell’Italia”. Il fatto che non ci siano i numeri in Parlamento “è una ipotesi puramente teorica, non ci credo, non vedo possibile un governissimo - spiega il leader del Pd -. Non abbiamo bisogno di paralisi ma di muovere le cose, di cambiare. Il prossimo governo deve essere di combattimento e cambiamento”.
Quindi, chiarisce Bersani, “non siamo affezionati alle tasse, le subordiniamo alla questione del lavoro”. “Tutti i margini per ridurre la tasse vanno portati sui redditi medio-bassi, devono andare a facilitare il lavoro, alleggerire l’Irap sul lavoro e aiutare chi investe sul lavoro”. Il candidato premier torna poi sulla sua metafora-tormentone ‘smacchiamo il giaguaro’. “Amo le metofore perché frequento la gente, vengo da una terra colloquiale, legata all’esperienza di una grande tradizione agricola”, spiega Bersani. “Tutto nacque a ‘Ballarò’ con pettinare le bambole, poi se ne sono affastellate tante di metafore e non mi ricordo più se quella del giaguaro l’ha inventata Crozza o io”, ammette.
Social