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Teheran sfida Hollywood, citerà in giudizio Argo: “Dà un’immagine irrealistica dell’Iran”

 Teheran vuole “fare causa a Hollywood” per ‘Argo’, il film premio Oscar di Ben Affleck, che per le autorità della Repubblica Islamica darebbe un’immagine “irrealistica” del Paese. E’ quanto scrive il quotidiano filo-riformista ‘Shargh’, secondo cui in questi giorni l’avvocato francese Isabelle Coutant-Peyre si trova in Iran per discutere con le autorità le modalità con cui citare in giudizio l’industria cinematografica americana.Coutant-Peyre è nota per essere la moglie del terrorista nato in Venezuela Ilich Ramirez Sanchez, detto Carlos ‘Lo sciacallo’, attualmente detenuto nelle carceri francesi, dove sta scontando una condanna all’ergastolo.La notizia rinfocola le polemiche in Iran, dove la stampa e il governo non hanno risparmiato critiche per l’Oscar ad ‘Argo’. Tra i primi a reagire dell’establishment politico-religioso del Paese è stato il ministro della Cultura e della Guida Islamica, Seyed Mohammad Hosseini, che ha parlato di un film “senza valore artistico” e “contro l’Iran”.

Anche la stampa iraniana, in particolare l’agenzia di stampa ‘Fars’, ha contestato il premio, parlando di decisione influenzata da “motivazioni politiche”. Le critiche non hanno risparmiato nemmeno Michelle Obama, che a sorpresa ha annunciato il film vincitore in collegamento dalla Casa Bianca.

La presenza della first lady sarebbe la prova della “dimensione politica” del premio, secondo la stampa iraniana, che ha sottolineato come sia la prima volta che la moglie di un presidente degli Stati Uniti annuncia il film vincitore di un Oscar e che questo accadde “quando a essere premiato è un film anti-Iran”. ’Argo’ racconta la storia dell’agente Cia Tony Mendez, riuscito nell’impresa di riportare a casa con un escamotage sei diplomatici americani fuggiti durante l’assalto all’ambasciata a Teheran nel 1979. Già nei mesi scorsi, il governo iraniano aveva criticato ‘Argo’ annunciando il finanziamento di un film, ‘The General Staff’, per correggere gli “errori” contenuti nell’opera di Affleck, uno dei casi cinematografici dell’anno.