Commercio, catastrofe imprese. Solo in Lombardia spariti 854 negozi in tre mesi. Allarme Confesercenti
E’ emergenza nel settore del commercio. Nel primo trimestre 2013, infatti, è fortemente negativo, in tutte le Regioni italiane, il saldo tra imprese che nascono e quelle che muoiono: il record in Lombardia dove ‘spariscono’ 854 esercizi commerciali, tra bar e ristoranti ma anche il Lazio registra 635 aziende cancellate. E’ l’allarme lanciato oggi da Confesercenti che in una nota parla di “catastrofe” e chiede “un piano speciale per le città”.
Le proiezioni di Confesercenti per il primo trimestre 2013 segnalano in particolare il crollo di esercizi commerciali nel Lazio (936 chiusure, per un saldo negativo di -635 aziende), in Sicilia (639 cessazioni, saldo -515), Piemonte (654 chiusure, saldo -507) e Lombardia (665 chiusure, saldo -428).
Profondo rosso anche per quanto riguarda le imprese di somministrazione, si legge ancora nell’indagine: il record negativo tocchera’ alla Lombardia, dove hanno chiuso 1.474 imprese per un saldo negativo di 854 unita’. Seguiranno Piemonte (942 chiusure) e Romagna (893 chiusure), che registreranno entrambe un saldo negativo di 702 imprese. ”L’effetto della crisi sulle imprese di commercio e somministrazione si manifesta non solo con un aumento del numero di chiusure, ma anche e soprattutto con una riduzione del numero di nuove aperture”, spiega ancora Confesercenti che ravvisa anche “una sempre maggiore difficolta’ ad aprire una nuova impresa”. Per questo chiede che Regioni e Comuni predispongano un piano speciale per le citta’. ”Le imprese del Commercio e della somministrazione versano in una situazione catastrofica: e’ interesse di tutto il Paese evitare l’ecatombe in due dei settori piu’ importanti della nostra economia.
Occorre – chiede Confcommercio- intervenire subito, nonostante lo stallo politico: Chiediamo a Comuni e Regioni di predisporre con urgenza un piano per salvare il commercio delle nostre città, studiando anche misure di supporto per chi si mette in gioco e scommette sul Paese, decidendo di aprire una nuova attività”.
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