Mediaset, nuovo rinvio. I giudici di Milano accolgono il legittimo impedimento. Si decide sul trasferimento del processo
L’impedimento avanzato dalla difesa di Silvio Berlusconi e’ legittimo per questo l’udienza del processo d’appello sui diritti tv che lo vede imputato per frode fiscale deve essere rinviata al 23 marzo, data gia’ prevista in calendario. E’ quanto ha sostenuto il collegio della Corte d’Appello di Milano presieduta da Alessandra Galli. Per i giudici l’impedimento per il voto al Senato ”e’ assorbente” e dunque risulta un impedimento legittimo.
Per i giudici non c’e’ l’impedimento legittimo per gli avvocati dell’ex premier, ma nonostante questo i diritti dell’imputato vanno riconosciuti e dunque l’udienza e’ stata aggiornata sospendendo la prescrizione “fino alla prossima udienza”. Le toghe inoltre non hanno revocato l’ordinanza scorsa quando avevano deciso la visita fiscale per il Cavaliere e avevano stabilito che il processo poteva proseguire. Intanto, sul fronte dell’altro processo milanese, quello su Ruby, Silvio Berlusconi si scaglia contro Ilda Boccassini. Il confronto in aula, conclusosi con una stretta di mano, torna ad accendersi a distanza e l’ex premier mette in dubbio, nell’istanza di remissione firmata ieri e depositata dai suoi legali presso la cancelleria del tribunale di Milano, l’imparzialita’ del collegio del processo Ruby, ma anche l’assegnazione dello stesso proprio al procuratore aggiunto Boccassini.
Nell’istanza si sottolinea come l’accusa in aula abbia piu’ volte puntato il dito contro la presunta azione”dilatoria” della difesa, ma soprattutto si sottolinea come “non e’ dato comprendere quale sia la ragione per la quale si sia potuto consegnare tale indagine” a lei visto che “non vi e’ nessuna ragione per quanto attiene la suddivisione del lavoro di ufficio perche’ vi dovesse essere tale assegnazione ed anzi assegnatario (del caso Ruby, ndr) avrebbe dovuto essere altro magistrato”. Inoltre, il calendario fissato dal collegio presieduto da Giulia Turri, risulta per Berlusconi e i suoi legali “straordinario nella tempistica”, nonostante non vi siano “particolari esigenze” vista la “prescrizione lunga”. ”E’ evidente che solo un ambiente siffatto – si legge nell’istanza- poteva consentire a un pubblico ministero di tenere simili comportamenti e un collegio super partes sarebbe certamente intervenuto per evitare tale situazione pregiudizievole dell’imputato”. Nell’istanza di remissione firmata dallo stesso Berlusconi e depositata dai suoi legali, l’ex premier afferma che il ritmo dei processi decisi dai giudici di Milano gli impediscono di fare politica. Il calendario delle udienze, fissato per il processo Ruby, e’ “in totale e netto contrasto non solo con la prassi, non solo con il buonsenso, ma anche in assoluto contrasto con gli auspici recentemente rivolti dalle alte cariche dello Stato di consentire a Berlusconi di poter svolgere la sua attivita’ politica”, con questo calendario “cosi’ non e’”, si legge nelle 39 pagine depositate nella cancelleria del tribunale di Milano.
Nella richiesta di remissione per legittimo sospetto, Berlusconi e i suoi legali Niccolo’ Ghedini e Piero Longo , sottolineano la “precisa volonta’ di pervenire in tempi rapidi alla sentenza” con sei udienze fissate in dieci giorni, ma anche di come nei confronti di Berlusconi imputato per concussione e prostituzione nel processo Ruby e accusato di frode fiscale nel processo d’appello sui diritti tv, l’”imparzialita’ dei magistrati e’ irrimediabilmente minata” e “non consente la prosecuzione del processo”. I legali puntano il dito, ripercorrendo la carriera ‘giudiziaria’ del Cavaliere, contro “numerosi atti di parzialita’” di alcune toghe nei confronti del leader del Pdl.
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