Alfano: “Sì al governo Pd, a noi il Quirinale”. Bersani replica: “No a scambi indecenti”
”Con le cifre” viste ieri in Parlamento, ”Bersani non può ottenere un incarico di governo”. Il segretario del Pdl, Angelino Alfano, ospite di ‘In mezz’ora’, legge quella di ieri come una giornata di sconfitta per la sinistra, nonostante alla presidenza delle Camere siano stati eletti due esponenti della coalizione Bersani-Vendola. ”Non abbiamo ritenuto la giornata di ieri una giornata nera per noi, non è giornata di successo per la sinistra” perche’ alla Camera ”hanno perso oltre 20 voti alla prima tornata”, mentre al Senato ”hanno avuto, nonostante l’apporto dei grillini, 137 voti. Il risultato di ieri certifica l’assenza di qualsiasi maggioranza di sinistra”. Quanto ai presidenti eletti, Alfano bolla il discorso del presidente della Camera Laura Boldrinicome ”tipico dell’estrema sinistra italiana”. Più sfumato il giudizio su PieroGrasso, ”viziato in positivo da un rapporto anche personale”: ”Ha avuto l’onestà intellettuale di riconoscere che il governo Berlusconi ha fatto un contrasto alla mafia non fondato sulle chiacchiere”. Ma, aggiunge, ”è espressione di una sinsitra che ha voluto mettere un pubblico ministero a capo del Senato. Poi che non lo abbiamo ritenuto un procuratore antimafia negativo, siamo qui a dirlo”. Ma la sinistra ha voluto ”un pm in pensione alla presidenza del Senato”.
Chiusa l’ipotesi di un governo di sinistra, per Alfano Bersani deve ”ritrovare la rotta” e guardare ad una collaborazione con il Pdl. ”In un paese normale, come è accaduto in Germania, devono collaborare i due più grandi partiti per governare il tempo della crisi”. In ballo poi c’è anche la partita del Quirinale che secondo il Pdl dopo ”tre presidenti di sinistra” spetta a un moderato. Alfano insiste. ”Non so come Napolitano possa conferire l’incarico” in queste condizioni e ”se lo farà valuteremo che tipo di mandato, se esplorativo, e cosa dirà il Pd sulla questione del Quirinale”.
In sintesi il Pdl sarebbe disponibile a un governo Bersani, a condizione che al Quirinale vada ”una rappresentanza istituzionale del popolo dei moderati” e che ci sia una ”serie di misure per la soluzione della crisi”. Ipotesi subito bocciata dal Pd. ”Per scambi indecenti qui non c’è recapito”. Ma è proprio sul tema del Quirinale e della manifestazione fatta nei giorni scorsi dal Pdl davanti al Tribunale di Milano che si accende uno scontro in studio tra la giornalista e Alfano. Davanti all’Annunziata che definisce ‘’impresentabili’’ gli esponenti del Pdl, Alfano sbotta. “Come si permette? Da quale cattedra etica voi della sinistra potete giudicare con parole di disprezzo nei confronti del popolo che da vent’anni vota” il partito guidato da Silvio Berlusconi, ha protestato Alfano, mantenendo un certa calma anche se era chiaramente alterato. Alla fine, Annunziata si è in qualche modo scusata, ammettendo di aver detto una ”cosa pesante”, ma Alfano ha sottolineato che quelle dette “sono cose non solo pesanti ma anche profondamente ingiuste”.
L’episodio fa scattare le reazioni del Pdl che rigira l’aggettivo ”impresentabile” contro Annunziata. Per la senatrice Alessandra Mussolini ”ha superato il suo noto essere di parte arrivando a insultare milioni di Italiani che votano Pdl e che, purtroppo, pagano il canone Rai. Non basta una semplice censura di fronte a tale insolenza verbale. Lo stipendio alla Annunziata lo pagano anche gli elettori del Pdl che meritano rispetto e una giusta informazione, troppo spesso sporcata da giornalisti impresentabili”. Per DanielaSantanchè oggi si ”è verificato il classico caso del bue che da’ del cornuto all’asino. Lucia Annunziata, solitamente buona professionista, oggi non ha saputo resistere alla tentazione di dare giudizi politici e anziché informare come dovrebbe e come richiede il servizio pubblico Rai, cede alla propaganda”.
Poi sulla vicenda è la stessa Annunziata a ribadire il suo punto di vista. E’ fatta, oramai: come si dice? Cosa fatta capo ha. ”L’aggettivo era molto forte, ma ho argomentato il perche’ io l’abbia usato e rimango della mia opinione”. Mantiene il punto la giornalista, sentita dall’Adnkronos, dopo il battibecco in diretta nel corso della sua trasmissione ‘In mezz’ora’. Poi sulla vicenda è la stessa Annunziata a ribadire il suo punto di vista. ‘’E’ fatta, oramai: come si dice? Cosa fatta capo ha. L’aggettivo era molto forte, ma ho argomentato il perché io l’abbia usato e rimango della mia opinione”. Ammette che l’aggettivo era ‘’pesante’’ ma la giornalista mantiene il punto. ‘’Non si può chiedere il Quirinale e ritenere giusto marciare contro i giudici, arrivando fino alla loro porta. Punto. Era una trasmissione in cui Alfano chiedeva il Quirinale in cambio di un appoggio esterno al governo. La questione è che non si può fare il Presidente della Repubblica e il capo del Csm senza un accordo su questo punto”, ovvero sul rapporto con la magistratura
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