Bersani dopo il successo sulle presidenze gioca la carta riforme: “Entro luglio via al finanziamento ai partiti, solo contribuzioni volontarie”
”Pronto” a fare ”entro luglio una nuova legge che superi il finanziamento pubblico dei partiti e riconduce il finanziamento alla politica a piccole contribuzioni volontarie dei cittadini, parzialmente assistite da un meccanismo fiscale”. Pier Luigi Bersani, a SkyTg24, dopo aver incassato il successo di ieri con le elezioni dei presidenti di Camera e Senato dove i grillini si sono spaccati, rilancia su un tema caro al Movimento 5 Stelle. E prima della riforma, propone rispondendo alla sfida che giorni fa gli aveva lanciato proprio Grillo, ”si può sospendere l’erogazione” dei rimborsi elettorali. Il segretario del Pd, però, ribadisce di non essere disposto a ”togliere qualsiasi finanziamento, sennò la politica la fanno solo i miliardari”. E proprio a Grillo dice: “Senza soldi non si monta un palco. Non mi si racconti che gli asini volano, per montare un palco ci vogliono i soldi”.
Quanto al suo tentativo di formare un governo chiarisce: al Capo dello Stato ”vado a dire che secondo me non funzionerebbero accordi preventivi, non ci sono condizioni. Bisogna chiedere alle forze politiche disostenere un programma di avvia che abbia il segno di cambiamento, su punti urgenti come la moralità pubblica e il lavoro”. A Napolitano, continua il segretario del Pd, ”dirò che mi rendo conto che noi, il Pd, io, abbiamo avuto un primato ma non le condizioni per esercitare questo primato”. Qualsiasi cosa, però, rimarca sarà fatta ”non in nome dell’ambizione ma di una responsabilità dura e difficile davanti al Paese”.
Un secco no è poi quello ribadito da Bersani a un governo Pd-Pdl. ”Strane maggioranze non si possono più fare”. E questo ”non perché lo dice Bersani ma perché non si può mettere un coperchio precario su una pentola a pressione. Una maggioranza precaria non è più possibile”. La strada, certamente, spiega Bersani, ”è una strada molto stretta. Penso di poter dire che altre strade sono ancora più strette. Tutte le soluzioni che in qualche modo prevedessero una comparticipazione delle forze politiche -aggiunge- dovrebbe riuscire ad essere larghissime e unanime”.
Poi sull’elezione dei presidenti di Camera e Senato Laura Boldrini e Pietro Grasso, scherza: ”Ho buttato due ministri”. ”Le istituzioni ieri – aggiunge serio – hanno preso una boccata d’aria fresca e oggi c’è più amicizia tra le istituzioni e il cittadino”.
Social