Grillo sfidato dai suoi senatori: “Meno isterismi e più fiducia”. E c’è chi si autodenuncia: “Pronto a lasciare”
”Le cariche alla Camera e al Senato sono archiviate, dureranno lo spazio di una legislatura che si annuncia breve. Il pdmenoelle ha giocato l’unica carta che gli è rimasta, quella della ‘foglia di fico’. Franceschini e la Finocchiaro erano indigeribili per chiunque, anche per gli iscritti. Boldrini e Grasso continuano così la linea già tracciata da Doria e Ambrosoli. E’ fantastico! I parlamentari del pdmenoelle non riescono a esprimere un loro candidato. Non si fidano di sé stessi, soprattutto di sé stessi. Sanno di essere impresentabili e quindi devono presentare sempre qualcun altro. Per loro ci vuole un po’ di conservatorismo compassionevole”. E’ quanto scrive Beppe Grillo in un post sul suo blog.
Poi il leader del Movimento 5 stelle boccia “la candidatura di D’Alema” al Quirinale. Archiviate le presidenze di Camera e Senato, ”ora -scrive il leader del M5S- tocca ad altre due cariche, la presidenza del Consiglio e quella della Repubblica, fondamentale per il futuro dell’Italia. Il presidente della Repubblica rimane infatti in carica per sette anni (travalica le legislature) con poteri da monarca. Il candidato di pdl e di parte (gran parte?) del pdmenoelle -sottolinea Grillo- è Massimo D’Alema. Non è ufficiale e nemmeno ufficioso, ma è molto plausibile. Non ci credete? Non ci credevo neppure io”. Il blogger sottolinea quindi che “la candidatura di D’Alema sarebbe irricevibile dall’opinione pubblica. Un fiammifero in un pagliaio. Il Paese non reggerebbe a sette anni di inciucio. Un passo indietro preventivo e una smentita, anche indignata per le ‘voci infondate’, sarebbero graditi”. Intanto la scomunica notturna di Beppe Grillo scuote il Movimento 5 Stelle. Oggi il senatore Francesco Molinari replica al messaggio postato ieri dall’ex comico che chiede a chi ha votato per l’elezione di Piero Grasso al Senato, di trarre ”le dovute conseguenze”. ”Meno reazioni isteriche e più fiducia!”, replica Molinari su Facebbok. A Grillo, il senatore grillino dice ”di stare sereno, non c’è nessun traditore” e il Movimento 5 stelle al Senato ”è unito: nessuna alleanza nessuna fiducia”. E infine un ”consiglio” a chi ha scritto il messaggio: ”studiare le differenze fra cariche istituzionali e ruoli politici non farebbe male”.
Ma c’è anche chi presenta l’autodenuncia. In un post su FB, il senatore Giuseppe Vacciano ammette di aver votato Grasso e si dice ”pronto a dimettersi”. Dopo aver parlato di una ”prova durissima”, l’esponente del M5S rivendica di non aver mai nella sua vita ”nascosto la mano dopo aver tirato il sasso e non inizierò a farlo ora per convenienza personale o di immagine”. E quindi, scrive, ”se si cercano i colpevoli di “alto tradimento ai principi del M5S”, ecco, uno l’avete trovato”. Vacciano spiega che la sua è stata una ”scelta libera”, fatta seguendo ”la mia coscienza” e che non significa ”in alcun modo un’apertura di credito a chicchessia”, ovvero una fiducia al Pd. Ma è stato duro ”portare nel cuore i volti, le lacrime degli amici Siciliani e Calabresi (non solo loro) e leggere il messaggio di una persona che la mafia ha colpito più duramente di tanti altri. Così, di fronte al rischio di vedere nuovamente una persona come quella proposta dal PDL quale seconda carica dello Stato (non credo che i cittadini italiani meritino una cosa del genere…), pure con mille dubbi e consapevole che tra PD e PDL non esiste il “meno peggio”, ho votato Grasso, non potendo più votare per l’unico candidato al quale avrei affidato quell’incarico: Luis Alberto Orellana”.
Per poi chiudere il lungo post con la richiesta di ”commenti civili”. ”Non ho la pretesa di essere “compreso” o “avallato”. E’ vostro diritto considerare la mia scelta un errore e una violazione del codice di comportamento (certamente non mi trincererò dietro l’articolo 67 della costituzione) come era mio quella di farla, vi chiedo la cortesia di mantenere un atteggiamento civile nei commenti, se intenderete farne”.
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