Dopo l’arresto di Bellavista Caltagirone, la Finanza gli sequestra beni per 145 milioni compresa la villa di Capri
Beni per 145 milioni di euro sono stati sequestrati dalla Guardia di Finanza di Roma all’imprenditore Francesco Bellavista Caltagirone nell’ambito di un’indagine della Procura della Capitale su una presunta evasione fiscale da 600 milioni di euro. Tra i beni sequestrati all’imprenditore immobili in Italia e in Francia, un aereo privato, uno yacht di 70 metri, svariate disponibilità finanziarie.
Gli investigatori, che contestano a Bellavista Caltagirone un’evasione fiscale da 600 milioni di euro, hanno ricostruito una galassia di 50 imprese, per lo più con sedi all’estero, di fatto riconducibili all’imprenditore romano. Tra i beni sequestrati c’è anche una villa a Capri.
In particolare, sono 23 gli immobili oggetto del provvedimento di sequestro, del valore complessivo di circa 15 milioni di euro, di cui 18 in Italia, tra cui appartamenti, anche di assoluto pregio, a Roma, Milano e provincia, Venezia ed una villa ad Anacapri, e 5 in Costa Azzurra. Tra i beni mobili figurano, invece, un superyacht di 71 metri, battente bandiera di Madeira e del valore stimato di circa 100 milioni di euro nonché un aereo privato, tipo Falcon, formalmente intestato ad una società lussemburghese, attualmente custodito in un hangar di un aeroporto estero, del valore di circa 30 milioni di euro. Per i beni situati all’estero sono in corso le procedure rogatoriali per l’esecuzione del provvedimento di sequestro.
Rispondono dei reati fiscali, oltre a Francesco Bellavista Caltagirone, 17 persone, rappresentanti legali delle società ritenute ‘esterovestite’, i cui importi dell’evasione avrebbero superato le soglie di punibilità previste dalla normativa penal-tributaria. Tutti dovranno rispondere anche dell’accusa di associazione a delinquere, essendo emersa l’assegnazione ad ognuno di compiti e ruoli precisi quali la predisposizione delle bozze dei bilanci delle società estere, la loro revisione, funzioni di tesoriere, prestanomi. ”Si tratta di uno dei più importanti sequestri, nella forma ‘per equivalente’, mai realizzato dalle Fiamme Gialle – si legge in una nota della Guardia di Finanza - Al fisco italiano il costruttore risultava nullatenente, essendo fiscalmente residente in Lussemburgo, mentre gli immobili oggi sequestrati, di assoluto pregio, erano intestati a società straniere o nazionali, con mera funzione di schermo. Bellavista Caltagirone possedeva anche un jet ed un superyacht di oltre 70 metri denominato ‘The One’ (da cui il nome dell’operazione), che utilizzava regolarmente per spostamenti personali e vacanze, senza versare nulla all’Erario italiano”.
Le indagini del Nucleo Polizia Tributaria della Capitale, coordinate dalla Procura della Repubblica di Roma, hanno consentito di appurare un’imponente evasione fiscale da parte dell’imprenditore, martedì scorso tratto in arresto nell’ambito dell’inchiesta giudiziaria relativa alla realizzazione del porto turistico di Fiumicino ed attualmente detenuto presso il carcere di San Vittore a Milano.
Dagli accertamenti, è emerso che “il gruppo ‘Acqua Pia Antica Marcia’, la cui holding capogruppo è la ‘Sapam Spa’, faceva capo ad una società lussemburghese – spiegano le Fiamme Gialle – a sua volta inserita in una catena di controllo costituita da altre imprese estere con sede in Lussemburgo, Antille Olandesi e Liechtenstein ed avente al vertice un trust con sede a Malta. Parimenti, il gruppo ‘Sca’, avente quale holding italiana la ‘Servizi contabili ed amministrativi’ e formalmente distinto dall’altro gruppo ma anch’esso riconducibile a Francesco Bellavista Caltagirone, era ricompreso in una catena di controllo costituita da imprese con sede in Lussemburgo e Cipro, al cui vertice era ugualmente posto un trust, questa volta con sede nelle Isole Vergini Britanniche”.
“Grazie a numerose perquisizioni locali eseguite nel territorio nazionale presso imprese, studi legali e commerciali e abitazioni private, erano stati acquisiti molteplici elementi probanti – spiega la Guardia di Finanza – della riconducibilità, sia in termini di proprieta’ che di gestione, a Bellavista Caltagirone, dei due citati gruppi societari, oltre che delle 45 imprese nazionali e delle società controllanti estere”.
Le indagini delle Fiamme Gialle di Roma hanno anche rivelato “l’esistenza di una miriade di imprese estere, prevalentemente ubicate, oltre che in Lussemburgo, a Cipro, nel Principato di Monaco, a Madeira, in Francia ed in numerosi ‘paradisi fiscali’ oltreoceano (tra cui le Isole Vergini Britanniche e le Antille Olandesi), per lo più utilizzate dall’imprenditore per l’intestazione di beni mobili ed immobili, questi ultimi ubicati sia in Italia che all’estero, nella esclusiva disponibilità sua e dei familiari”. ”Gli accertamenti – proseguono le Fiamme Gialle – hanno consentito di considerare ‘esterovestita’ una galassia societaria costituita da ben cinquanta imprese con sede formale non in Italia, con l’attrazione a tassazione in Italia dei redditi dalle stesse conseguiti, pari a circa 600 milioni di euro, cui corrisponde un’imposta evasa, ai soli fini delle imposte dirette, di circa 162 milioni di euro”. A conclusione delle indagini, il gip del Tribunale di Roma ha disposto, su richiesta della locale Procura della Repubblica, il sequestro preventivo dei beni che, seppur formalmente intestati a soggetti giuridici italiani o esteri, con funzione di diaframmi interposti, sono da ricondurre, secondo gli investigatori, alla disponibilità di fatto del citato imprenditore.
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