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Lo sport in lacrime per Pietro Mennea, la camera ardente nel salone d’onore del Coni

 Il feretro di Pietro Mennea, campione azzurro dell’atletica scomparso ieri, è esposto nella camera ardente allestita nel Salone d’Onore al Coni. Il primo a rendergli omaggio è stato il presidente del Comitato olimpico Giovanni Malagò che ha abbracciato Manuela Olivieri, moglie dell’ex campione azzurro dell’atletica, e salutato i familiari. ”Il Salone d’onore del Coni non era mai stato dato come camera ardente ad un atleta – ha detto Malagò -. Il Coni esiste perché esistono gli atleti, sono il motore di tutto. La mia è una precisa scelta di politica sportiva. In 100 anni non c’è stato un atleta che ha meritato questo onore e questo fa riflettere”.

Francesco Rocca, allenatore di calcio e amico di Mennea, al suo arrivo al Coni ha ricordato così il campione azzurro: ”Pietro ha lasciato un segno indelebile nella storia dello sport. Lui era un grande esempio per me. Un personaggio scomodo? Chi tenta di essere utile agli altri diventa scomodo. Mennea credo abbia il diritto per quello che ha fatto di restare nella storia”. ‘Credo che l’immagine di sportivo più bella che abbiamo in Italia sia proprio quella di Mennea”, ha aggiunto.

L’ex pugile Nino Benvenuti ha dichiarato: ”Di campioni come lui ce ne sono pochi. E’ stato un grande, un esempio che dovrebbe essere seguito da tutti. E’ stato un grande uomo e un grande atleta”. ”E’ stato un grande anche nel nascondere la sua malattia, non voleva commiserazione. Lui era l’uomo che ha saputo stringere i denti più di tutti gli altri per ottenere i risultati che ha ottenuto”, ha osservato.

Per Mario Pescante, membro del Cio, ”molti atleti hanno scritto bellissime storie dello sport italiano e mondiale, Mennea è una leggenda. Le storie si ingialliscono, la leggenda non tramonterà mai”. ”Cosa ricordo di bello? Mosca 1980, lui all’inizio non voleva gareggiare. Nessuno gli fece pressioni e cambiò idea da solo. Il giorno della corsa, i primi 120 metri furono quelli del Mennea arrabbiato, stizzito. Poi è esploso l’altro Mennea”, ha detto Pescante ricordando l’oro olimpico conquistato nei 200 metri dal fuoriclasse azzurro dell’atletica.

Il presidente della Federcalcio, Giancarlo Abete, parla di Mennea come di ”una persona tenace che ha sempre fortemente creduto nelle cose che portava avanti. Si è sempre impegnato e schierato. Ci lascia dei ricordi incredibili sul piano sportivo ma anche come uomo ci lascia la dimensione di un impegno mai venuto meno, un rigore, una logica di chi vuole sempre competere nella massima autonomia e libertà”.

”I miei ricordi sono di due tipi – dice Abete all’ingresso della camera ardente allestita al Coni -. Quelli da appassionato e tifoso, di una persona che seguiva le sue imprese e poi da dirigente sportivo. Ci sono state tante occasioni di confrontarsi e di scambiare delle riflessioni sia per il suo impegno politico sia sul versante giuridico. L’ho incontrato qualche mese fa in treno, ci siamo salutati, ma non sapevo che c’era questa situazione così difficile”.

Dino Zoff, ex portiere e ct dell’Italia di calcio, ricorda così il campione azzurro: ”Pietro Mennea è un personaggio indimenticabile. L’immagine che ho nella memoria è quella che ha lasciato a tutti, lui che batte il record dei 200 metri. Ma preferisco mantenere quella personale, legata al contatto umano, di grande campione e grande uomo. E’ stato straordinario anche dopo il suo ritiro”. Il presidente della Federazione di atletica Alfio Giomi, oggi al Coni per dare l’ultimo saluto al campione azzurro, ha annunciato: ”Il prossimo Golden Gala sarà intitolato a Pietro Mennea”. ”Ho parlato con la moglie, Manuela, e ho preso un impegno con lei. Non lo dimenticheremo e il primo passo sarà ricordarlo con questa intitolazione. Lui rappresenta lo sport pulito, è la dimostrazione che un atleta ce la può fare con le sue forze”.

Stefano Tilli, ex velocista azzurro che insieme a Pietro Mennea, Carlo Simionato e Pierfrancesco Pavoni formava la staffetta azzurra medaglia d’argento nel 4×100 ai mondiali di Helsinki del 1983, ricorda: ”In pista Mennea era determinatissimo, concentrato, con scariche di adrenalina che lo facevano essere qualche volta burbero. Invece nella vita di tutti i giorni era leale e allegro, amava circondarsi di tanti amici”.