Berlusconi sfida Bersani: “Giu’ le mani dal Quirinale. O accordo con noi o torniamo al voto”
Grida al golpe al sol pensiero che “questa sinistra possa mettere le mani anche sul Quirinale” e si dice “pronto ad una nuova campagna elettorale”. E’ un Silvio Berlusconi più agguerrito che mai quello sceso in piazza del Popolo questo pomeriggio per la manifestazione indetta contro l’intimidazione giudiziaria e l’oppressione fiscale.
Ai migliaia di militanti giunti da ogni parte dell’Italia, il Cavaliere ha per prima cosa chiesto: “Siete pronti ad andare al voto?”. E quando dalla piazza si è elevato un unanime sì il leader del Pdl ha precisato: “allora ora ve lo dico ufficialmente: anch’io sono pronto”. “Lo sapete che siamo davvero tantissimi, quasi troppi. Non ho mai visto tanti impresentabili tutti insieme!”, ha poi aggiunto ironizzando sulla polemica tra Lucia Annunziata e il segretario del Pdl Angelino Alfano di domenica scorsa.
Quindi un attacco diretto al segretario del Pd Pierluigi Bersani, al quale “è stato dato un incarico precario. E rifiuta il patto con noi, perché accecato dall’odio contro di noi. Hanno invidia del ceto medio e non gli importa che ci siano 3 milioni di disoccupati che stiano nella miseria. Sono degli irresponsabili. Se Bersani proseguirà nel tentativo assurdo di un governo minoranza – ha detto ancora il leader del Pdl – sappia che la nostra opposizione sarà durissima nel Parlamento e nelle piazze. Se invece non ci riusciranno, allora l’essenziale è che non facciano perdere tempo al paese si torni subito al voto”.
Poi, il Cavaliere dopo aver ribadito la sua fiducia nell’equilibrio e nella saggezza di Napolitano, torna a rivendicare per sé la casella del Quirinale gridando al golpe: “E’ inaccettabile che questa sinistra dopo avere occupato tutto metta le mani anche sul Colle. Non è accettabile che il capo dello Stato venga deciso nel buio di una stanza da tre-quattro capi di partito. Il capo dello Stato deve essere una persona di garanzia e un moderato di centrodestra. Bersani, Vendola e Monti non possono scegliere loro il candidato e non possono pensare di imporci con un colpo di mano il loro nome, sarebbe un vero e proprio golpe”. Quanto a Romano Prodi “è tutto meno che superpartes, il capo dello Stato dovrebbe essere deciso da 50 milioni di italiani”.
Ma l’ex premier ne ha anche per Grillo: “Avete visto ieri Grillo? E’ andato da Napolitano travestito dadittatore dello stato libero di banana…La realtà è che non vuole governare ma vuole il 100 per cento dei voti”. Mentre, mandando un saluto a Di Pietro, si è augurato che “le sue braccia che sono tornate all’agricoltura non facciano troppi danni…”. Quanto all’ex pm, Antonio Ingroia, “lo hanno mandato in Valle d’Aosta l’unico posto dove non si è candidato, ora farà le intercettazioni agli stambecchi del Gran Paradiso”.
Frecciate anche al premier uscente. Il governo Monti è stato ”supino alla Germania e ora anche all’India”, ha detto riferendosi alla vicenda dei Marò. “E’ una cosa grave e incredibile. Un grande Paese non puo’ abbandonare i suoi uomini e noi non possiamo consentire che l’Italia sia umiliata e ridicolizzata da chi, come Monti, raccontava di avere restituito credibilità al nostro Paese”.
Berlusconi ha poi proseguito con le sue battute questa volta rivolte ai comunisti. “Mi dicono che non devo dare del comunista a tutti, ma non è colpa mia. Non sono io che vedo comunisti ogni dove. La verità è che sono dappertutto. Ho visto e vedo così tanti comunisti che mi sono venuti gli occhi rossi e la congiuntivite”, ha aggiunto. E come se la campagna elettorale non fosse già finita, l’ex premier rilancia tutti i suoi cavalli di battaglia, a cominciare dall’abolizione e rimborso dell’Imu sulla prima casa
Mantenendo a metà l’impegno di non alzare il tiro contro la magistratura, il Cavaliere ha infine ribadito il no ad una giustizia ideologizzata: “I magistrati non devono essere soltanto imparziali, ma devono anche apparire imparziali. Siamo qui per dire basta all’uso della giustiza come un’arma per combattere gli avversari politici. Oggi non voglio parlarvi dei miei guai giudiziari, ma lasciatemi dire che solo io potevo resistere a tutto il fango che mi è stato gettato addosso in questi anni. Solo io potevo resistere a tutto il dolore che queste vicende portano, la riforma della giustizia deve essere fatta per tutti i cittadini, perché non accada a nessuno quello che è accaduto a me”.
I ‘berluscones’ sono arrivati a Roma da tutta Italia, soprattutto in treno e pullman. Armati di bandiere del Pdl e tricolore, cappellini e cartelli con le loro citta’ di provenienza. In tanti indossano le classiche ‘mani’ di gomma, usate dai tifosi americani di baseball con la scritta ‘Giu’ le mani da Berlusconi’. Tra gli slogan spiccano: ‘Dal 94 sempre addosso a Silvio’, ‘Chi non salta un comunista grillino’, ‘Silvio ti difenderemo’. Su un cartello si legge ‘Cosentino libero’. Molti espongono un foglio con la dicitura ‘sono orgogliosamente impresentabile’. Trecentomila persone in tutto, secondo gli organizzatori. A fare da colonna sonora soprattutto classici della canzone napoletana, riveduti e corretti per l’occasione: da ‘O sole mio a ‘O surdato ‘nammurato’.
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