Effetto Cipro di scarsa durata, i mercati invertono la rotta. Milano maglia nera insieme a Madrid
L’accordo per il salvataggio raggiunto nella notte a Bruxelles non è bastato a rassicurare i mercati. Anzi, nel corso della giornata di contrattazioni i meccanismi che costituiscono il piano concordato da Nicosia e dalle autorità internazionali hanno spaventato gli investitori. Il risultato è stato un calo generalizzato, dopo gli iniziali fuochi d’artificio, con Milano che ha registrato una delle performance peggiori insieme a Madrid.
L’intesa sul Paese mediterraneo, che non deve essere ratificata dal Parlamento di Nicosia, non prevede più un’imposta (o il ventilato prelievo forzoso sui conti correnti), ma la ristrutturazione e chiusura di alcune banche che hanno portato oltre il limite l’esposizione finanziaria della piccola isola. Tanto per cominciare pagherà di più chi ha sbagliato maggiormente come la Popular Bank of Cyprus (Laiki) che verrà scissa in una bad bank e in una good bank: gli asset buoni e la liquidità d’emergenza fornita dalla Bce finiranno nella Bank of Cyprus (queste due banche riapriranno giovedì, gli altri istituti martedì). Saranno garantiti i depositi sotto i 100mila euro della Laiki, mentri gli altri (insieme ad azionisti e obbligazionisti) subiranno perdite quantificate in una cifra vicina al 30%. Di fatto l’Europa più che salvare dalla bancarotta Cipro (che rappresenta appena lo 0,2% del Pil della Ue) ha provato a risolvere in maniera definitiva l’anomalia di un sistema bancario abnorme e con poche regole.
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