Bersani missione impossibile: “Contiamo su Monti”. Alfano vicepremier? “Non è serio”
”La situazione è drammatica, lo hanno detto tutti. Ieri il presidente di Confindustria è stato chiarissimo. Si pensa che la crisi sia alle nostre spalle e invece è tutta davanti a noi”. In poche parole Pier Luigi Bersani fa un sommario bilancio delle consultazioni, dopo aver visto le delegazioni dei sindacati. Il premier incaricato, in una breve pausa, ha sottolineato: “Servirebbero miracoli” per rilanciare il Paese.
Tra gli incontri odierni anche quello con Don Luigi Ciotti che si è detto ottimista su una possibile soluzione per il governo. “Bersani è un uomo duro, non molla facilmente. Ce la metterà tutta per trovare una soluzione. C’è uno spirito di servizio per il bene del Paese”. “Noi esprimiamo riconoscimento, perché è da anni che chiediamo ascolto ed è la prima volta che questo accade -ha aggiunto don Ciotti-. E’ importante che ci sia un ascolto delle storie e delle speranze delle persone. O la politica recupera attenzione per chi è in difficoltà o non è politica”.
A chi gli ha chiesto se il presidente incaricato gli avesse offerto un ruolo di ministro Don Ciotti replica:”Sono ministro da 42 anni. Ministro di Dio”. Una visita, definita “graditissima” da Bersani stesso. “Oggi è il 18/esimo compleanno di Libera, per questo abbiamo fatto un bridisi -ha spiegato Bersani-. Da incaricato voglio ringraziare in veste ufficiale don Ciotti a nome di tutti gli italiani per quello che sta facendo”. Quanto a Matteo Renzi, il segretario democratico ha spiegato che non c’è stato alcun problema tra lui e il sindaco di Firenze: “Non abbiamo mai litigato”. La Direzione di questa sera, ha poi chiarito, non avrà all’ordine del giorno la discussione tra piani ‘A’ e ‘B’ di governo: “Parlerò agli organismi del partito, come dovrebbe fare il segretario sempre”. Direzione alla quale Renzi non parteciperà. “Bersani sta provando a formare un governo, e io spero che per il bene dell’Italia ce la faccia” ha dichiarato il sindaco di Firenze in un’intervista a ‘Radio Toscana’. “La mia serietà e la mia lealtà sono fuori discussione”, ha ribadito. Renzi ha poi spiegato che non andrà alla direzione nazionale del Partito democratico perché convocata all’ultimo momento, mentre lui è impegnato a Firenze. “No, per un motivo molto semplice – ha detto – E’ stata convocata all’ultimo momento, e io sto a Firenze a fare il sindaco”.
SINDACATI DA BERSANI - “La situazione è seria, per non dire drammatica – sono state le parole del segretario generale della Uil, Luigi Angeletti, al termine dell’incontro – Perdiamo migliaia posti di lavoro ogni giorno mentre nelle prossime settimane molte altre aziende chiuderanno. Serve perciò una seria riduzione delle tasse e un seria riduzione dei costi della politica”. ”Siamo contrarissimi a che si torni a votare” ha dichiarato dal canto suo il leader della Cisl, Raffaele Bonanni, per il quale ”bisogna fare un governo, farlo a tutti costi. Non capiamo le differenziazioni a non volersi alleare. La situazione è drammatica e la politica è l’arte dell’accordo. E’ quello che fa una classe politica avveduta”.
Per Susanna Camusso, segretario generale della Cgil, ”serve un governo che indichi alcuni cambiamenti fondamentali”. E ”la somma delle scadenze di Tares e Imu e l’aumento dell’Iva è una miccia che va disinnescata”. Bisogna ”togliere il pagamento dell’Imu sulla prima casa fino a un valore di 1000 euro” e tra le emergenze, Camusso ha indicato ”il pagamento dei crediti delle imprese presso la pubblica amministrazione” perché ”la risposta del governo dimissionario non rappresenta quell’immissione di liquidità necessaria” a evitare la chiusura delle imprese e nemmeno ”una risposta corretta alla Commissione Ue”. E ancora il tema degli ammortizzatori, la necessità di ”sbloccare i fondi per gli amministratori locali”. Queste, avverte, sono le ”premesse per affrontare il tema della riforma istituzionale e delle misure per la trasparenza della politica”. Sono ”temi essenziali ma – ha messo in chiaro Camusso – non sufficienti a fermare la crisi”, per questo bisogna mettere l’accento su come si danno risposte al lavoro”. E da qui arriva la richiesta di un ”segno di cambiamento”, nel senso di ”occuparsi dell’economia reale”.
Un governo con “una chiara identità politica” che sia in grado di lavorare anche con un solo voto in più. E’ la strada, stretta, che, a quanto si apprende, avrebbe indicato il premier incaricato Pier Luigi Bersani a Cgil, Cisl e Uil, che gli facevano presente la necessità impellente di dare un governo al Paese. Il leader del Pd ha citato il precedente di George W. Bush, che nella partita decisiva in Florida contro Al Gore vinse con 5 voti a 4 dei grandi elettori: “ha vinto con un voto solo ma poi ha governato”, ha ricordato. La situazione “è pesantissima”, ha detto ancora, ma non ci sarebbe comunque spazio per un governo di larghe intese. Sarebbe infatti molto difficile tenere insieme Pd e Pdl perché, ha ricordato in sostanza Bersani, “ci sono troppe cose che ci dividono e non c’e’ nulla su cui la pensiamo allo stesso modo”. A questo punto, avrebbe detto, meglio “un governo con una chiara identità politica” che possa svolgere il proprio ruolo confrontandosi in Parlamento e trovando di volta le convergenze necessarie. Il timore del leader del Pd è infatti quello di fare un governo che “fa finta di andare d’accordo e in cui invece ognuno va in una sua direzione”.
RETEIMPRESE - Al termine delle consultazioni con Bersani, Carlo Sangalli, presidente di Reteimprese Italia, ha fatto sapere di aver ”ribadito l’assoluta necessità e urgenza di dare subito un governo al Paese perché questo è richiesto dalla drammatica situazione economica del Paese ed è anche la richiesta delle nostre imprese che sono al collasso”.
Due i fronti su cui, per Reteimprese Italia, il nuovo governo deve impegnarsi; su quello istituzionale “deve ridurre i costi della politica e fare la legge elettorale; su quello economico “deve tagliare la pressione fiscale che oggi ha raggiunto livelli insostenibili per famiglie e imprese, incompatibili con il rilancio della crescita e dello sviluppo”. Nel corso del colloquio con l’associazione che rappresenta 2 mln e mezzo di piccole imprese artigiane, del commercio e dei servizi, Bersani avrebbe ribadito le preoccupazioni per le gravi difficoltà economiche nelle quali si trova il Paese e l’urgenza di dare risposte credibili e rapide. Proprio per ridare un po’ di ossigeno alle imprese e alle ripresa dei consumi, Bersani avrebbe detto alla delegazione di Reteimprese che, qualora riuscisse a trovare una maggioranza e formare il governo, punterebbe subito le risorse disponibili sul rilancio dell’economia reale. Terminate le consultazioni, Pier Luigi Bersani dovrebbe salire al Quirinale nella giornata di giovedì. Lo ha confermato Enrico Letta parlando alla riunione dei deputati del Pd.
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