Napolitano: “Resto in carica fino all’ultimo”. La via d’uscita: due gruppi per le riforme
Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano resterà in carica “fino all’ultimo giorno” per contribuire a formare un nuovo governo. E per farlo ascolterà ”due gruppi ristretti” di personalità di orientamento politico diverso per raccogliere ”proposte programmatiche” e condivise. Intanto il Paese ha la ”concreta certezza rappresentata dall’operatività di un governo”, il governo Monti ”tuttora in carica e non sfiduciato in Parlamento”. Questo, in estrema sintesi, il frutto delle riflessioni del Capo dello Stato.
“Sono giunto alla conclusione – ha scandito il Presidente nell’incontro con la stampa, seguito alle consultazioni lampo di ieri - che, pur essendo ormai limitate le mie possibilità di un’ulteriore iniziativa sul tema della formazione del governo, posso fino all’ultimo giorno concorrere almeno a creare le condizioni più favorevoli allo scopo di sbloccare posizioni irrigidite e tra loro inconciliabili. Continuerò – ha aggiunto – ad esercitare fino all’ultimo giorno il mio mandato, come il senso dell’interesse nazionale mi suggerisce, non nascondendo al Paese le difficoltà che sto incontrando”.
Gli incontri svoltisi nella giornata di ieri, ha sottolineato, hanno confermato la “persistenza di posizioni nettamente diverse rispetto alle soluzioni possibili” per formare un governo. ”Ritengo di dover ancora una volta sottolineare le esigenze che da parte di tutti i soggetti politici si esprima piena consapevolezza della gravità e urgenza dei problemi del Paese e quindi un accentuato senso di responsabilità, al fine di rendere possibile la costituzione di un valido governo in tempi che non si prolunghino insostenibilmente, essendo ormai trascorso un mese dalle elezioni del nuovo Parlamento”.
Per questo, ha annunciato il Presidente, “mi accingo a chiedere a due gruppi ristretti di personalità, tra le loro diverse per collocazione e competenze, di formulare su essenziali temi di carattere istituzionali, economico, sociale ed europeo precise proposte programmatiche che possano divenire in varie forme oggetto di condivisione per forze politiche”. Tuttavia, ha rimacato il Presidente ”non può sfuggire agli italiani e alla opinione internazionale che un elemento di concreta certezza dell’attuale situazione del nostro Paese è rappresentato dalla operatività del nostro governo tutt’ora in carica, benché dimissionario e peraltro non sfiduciato dal Parlamento”. Un governo, quello guidato da Mario Monti, continua il capo dello Stato, che ”ha annunciato e sta per adottare provvedimenti urgenti per l’economia d’intesa con le istituzioni europee e l’essenziale contributo del nuovo Parlamento attraverso i lavori della commissione speciale presieduta da Giorgetti”.
Quindi il Presidente ha auspicato, “nella prospettiva ormai ravvicinata dell’elezione” del nuovo capo dello Stato, che questa avvenga con “la più ampia intesa” tra le forze politiche. Il ritorno al voto? “E’ una questione che non mi interessa”, ha affermato il Presidente ricordando che lui non può sciogliere le Camere. “Io – ha proseguito Napolitano rispondendo a una domanda – sono il presidente della Repubblica nel pieno del semestre bianco, che è ritornato operante dopo l’elezione del nuovo Parlamento, quindi non posso occuparmi di problemi che non posso risolvere oggi nelle mie funzioni”. Intanto, si conosceranno con ogni probabilità in giornata i nomi dei due gruppi di lavoro citati da Napolitano nell’incontro con la stampa. Nomi che, sottolineano nell’entourage del Presidente, sarano decisi dal capo dello Stato in piena autonomia. E potranno essere parlamentari, politici e non. In ogni caso saranno funzionari alla ricerca di soluzioni a quei problemi che fino ad oggi hanno impedito la nascita di un nuovo governo.
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