Saggi al lavoro. Il sì condizionato di Pdl e Pd, Grillo dal blog: “Badanti della democrazia”
Si insedieranno domani i saggi nominati da Napolitano per dare una svolta allo stallo per la formazione del nuovo governo. Le due commissioni a 24 ore dall’incarico, incassano le prime critiche.
In testa Beppe Grillo che sul blog, dopo aver detto che Napolitano ha sposato la tesi dei 5 stelle (parlamento sovrano e di fatto prorogatio di Monti) non risparmia critiche ai nomi indicati dal Colle: ”Il Paese non ha bisogno di fantomatici negoziatori o facilitatori del calibro di Violante, il gran maestro dell’inciucio, tanto per citarne uno, che operano come gruppi di saggi, non ha bisogno di ‘badanti della democrazia’, ma di far funzionare meglio il Parlamento e alla svelta”, scrive il leader stellato.
Critiche anche dal Pdl, con Renato Brunetta e Fabrizio Cicchitto che danno al massimo “7-10 giorni ai saggi”, spingendo ancora per un governo di larghe intese, altrimenti “bisogna andare subito alle urne”. “Tutte le iniziative, anche estemporanee e fuori dagli schemi tradizionali, come quelle messe in atto dal presidente della Repubblica vanno bene se servono a costruire il terreno politico e programmatico per una soluzione positiva”, spiega Cicchitto.
“D’altra parte, però, dobbiamo avere piena coscienza che il governo Monti non può sostituirsi all’esigenza di dar vita, dopo le elezioni, ad un nuovo governo, la cui fiducia viene votata dalla maggioranza del Parlamento, che i saggi su questo terreno possono dare delle indicazioni e suggestioni positive ma a loro volta non possono certo sostituirsi né al Parlamento neoeletto né, tantomeno, alla necessità di dar vita ad un nuovo governo che è l’unico abilitato ad avere rapporti positivi con il nuovo Parlamento, nelle commissioni e in assemblea”, spiega ancora Cicchitto.
“Tertium non datur: o nasce un governo politico tra Pd e Pdl, oppure si va ad elezioni”. Lo dice Daniela Santanche’, del Pdl. “La scelta del presidente della Repubblica di indicare dieci saggi rappresenta nei fatti la sconfitta di Bersani che ha trasformato una crisi politica nazionale in una questione del tutto personale, che si alimenta di diatribe tra correnti del Pd”, conclude la Santanche’. Cautela dal Pd che con Franceschini, dopo le parole di appoggio alle scelte del Capo dello Stato parla di “soluzione non risolutiva”. La nomina dei 10 saggi “non ha precedenti in dottrina, nemmeno con esempi fantastici e non solo storici”, attacca Marco Pannella: “Questo presidente, con la sua esperienza e la sua astuzia, alcune cose le puo’ azzeccare, ma se le azzecca rafforza solo la liceità di comportamenti istituzionalmente anti-costituzionali, cioé lui lo fa essendo il dominus delle istituzioni della politica, mentre non dovrebbe esserlo ai sensi della Costituzione repubblicana”, ha spiegato Pannella.
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