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L’Italia ai tempi della crisi, crolla ancora il potere d’acquisto delle famiglie (-4,8%). Stipendi fermi e consumi in caduta

Crolla il potere d’acquisto delle famiglie e la propensione al risparmio mentre gli stipendi restano fermi. Secondo quanto rende noto l’Istat, il potere di acquisto delle famiglie consumatrici, tenuto conto dell’inflazione, nel 2012 e’ diminuito del 4,8%. Nel quarto trimestre si e’ ridotto dello 0,9% rispetto al trimestre precedente e del 5,4% nei confronti del quarto trimestre del 2011.

Nel 2012, spiega ancora l’Istat, la propensione al risparmio delle famiglie consumatrici e’ pari all’8,2%, con una diminuzione di 0,5 punti percentuali rispetto all’anno precedente. Nel quarto trimestre del 2012, al netto della stagionalita’, la propensione al risparmio e’ pari all’8,3%, con una diminuzione di 0,2 punti percentuali rispetto al trimestre precedente e di 0,9 punti rispetto al corrispondente trimestre del 2011.

Retribuzioni - ”Nel mese di febbraio l’indice delle retribuzioni contrattuali resta invariato rispetto a gennaio e presenta una crescita dell’1,4% rispetto a febbraio 2012. In gennaio – aggiunge l’Istat – si e’ avuto un aumento dello 0,5% rispetto a dicembre 2012 e dell’1,5% rispetto a gennaio 2012. Complessivamente, nel primo bimestre del 2013 la retribuzione e’ cresciuta dell’1,4% rispetto al corrispondente periodo del 2012”.

”Alla fine di febbraio 2013 i contratti collettivi nazionali di lavoro in vigore per la parte economica corrispondono al 58,4% degli occupati dipendenti e al 54,6% del monte retributivo osservato”, continua l’Istat. ”Alla fine di febbraio la quota dei dipendenti in attesa di rinnovo e’ del 41,6% nel totale dell’economia e del 24,5% nel settore privato. L’attesa del rinnovo per i lavoratori con il contratto scaduto e’, in media, di 27,4 mesi per l’insieme degli occupati e di 14,8 mesi per quelli del settore privato”, conclude l’Istat.