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Dal lavoro agli esodati, dalla nuova legge elettorale alla giustizia: ecco la ricetta anti-crisi firmata dai 10 saggi

La ricetta scritta dai dieci saggi, e consegnata al presidente Napolitano, e’ complessa e tocca tutti gli aspetti piu’ urgenti per il nuovo governo per rilanciare il Paese: dal dossier sugli esodati ai referendum (sempre confermativo), dal patto di stabilità interno (da rivedere al più presto) alla fiducia, che dovrebbe essere posta solo dalla Camera. Temi scottanti, di cui si discute in questi giorni come, ad esempio, il finanziamento pubblico dei partiti, connsiderato «ineliminabile». Ma vediamo più in dettaglio le proposte avanzate sui singoli argomenti

LEGGE ELETTORALE - I possibili modelli per la legge elettorale «sono diversi: il proporzionale su base nazionale proprio del sistema tedesco; il proporzionale di collegio con perdita dei resti, proprio del sistema spagnolo; il sistema misto, in parte preponderante maggioritario e in parte minore proporzionale, come la cosiddetta Legge Mattarella, per la quale si suggerisce comunque, in caso di accettazione del modello, l’abolizione dello scorporo». Il gruppo comunque «intende precisare che con l’attuale bicameralismo paritario nessun sistema elettorale garantisce automaticamente la formazione di una maggioranza nelle urne in entrambi i rami del Parlamen to». Secondo una proposta di modifica costituzionale che prevede il superamento del bicameralisto paritario, i deputati scenderebbero e 480, i senatori a 120.

I PARTITI I saggi sono intervenuti anche sui partiti. «Occorre prevedere negli statuti dei partiti norme specifiche per garantire la democrazia interna. È opinione del gruppo di lavoro», si legge nella relazione consegnata a Napolitano, che la previsione della legge sul finanziamento dei partiti «sia troppo generica e rischi di dar luogo ad incertezze e contenziosi. Pertanto, appare opportuno proporre che ogni statuto preveda, per rispondere ai requisiti di democraticità richiesti dalla Costituzione: a) gli organi dirigenti elettivi; b) le procedure deliberative che prevedano adeguata interazione tra iscritti e dirigenti nella formazione degli indirizzi politici; c) gli organi di garanzia e di giustizia interni; d) la istituzione dell’anagrafe degli iscritti e le condizioni per l’accesso, che dovrebbe essere garantito a tutti gli iscritti; e) l’equilibrio di genere negli organi collegiali e nella formazione delle candidature; f) le garanzie per le minoranze; g) le procedure per modificare statuto, nome e simbolo del partito».

GIUSTIZIA, PENE DETENTIVE - Riguardo la giustizia, «gli obiettivi riguardano principalmente il rispetto effettivo di tempi ragionevoli di durata dei processi, oggi carente, sia sul piano della giustizia penale, amministrativa e contabile, sia sul piano della giustizia civile (dove la lentezza dei procedimenti penalizza lo sviluppo e la competitività del Paese)». E sulle carceri: «Per contribuire al contenimento di un sovraffollamento ormai insostenibile, si propone di trasformare in pene principali comminabili dal giudice di cognizione alcune delle attuali misure alternative dell’esecuzione, come l’affidamento in prova e la detenzione domiciliare; un ampio processo di depenalizzazione di condotte che possono essere meglio sanzionate in altra sede; cl’introduzione su larga scala di pene alternative alla detenzione»

INTERCETTAZIONI - Maggiori limiti nell’uso delle intercettazioni talvolta «strumenti investigativi invasivi nei confronti dei diritti fondamentali come, ad esempio, le intercettazioni delle conversazioni per le quali dev’essere resa cogente la loro qualità di mezzo per la ricerca della prova, e non di strumento di ricerca del reato. Occorre inoltre porre limiti alla loro divulgazione perchè il diritto dei cittadini a essere informati non costituisca il pretesto per la lesione di diritti fondamentali della persona».

LAVORO, MODIFICHE ALL’ART 19 - Fino a quando l’economia non darà segni di solida ripresa sarebbe opportuno allentare i vincoli alle imprese sull’assunzione di dipendenti a tempo determinato dicono i saggi economici (Filippo Bubbico, Giancarlo Giorgetti, Enrico Giovannini, Enzo Moavero Milanesi, Giovanni Pitruzzella e Salvatore Ross). E ancora: «L’attuale legislazione sulle relazioni industriali favorisce incertezza, divisioni e controversie. Di conseguenza, sarebbe opportuno disciplinare la rappresentatività delle organizzazioni sindacali nel settore privato, dando seguito a quanto già in parte concordato tra le parti sociali e presente in alcuni progetti di legge presentati in Parlamento».

CONFLITTO D’INTERESSI - I Saggi sostengono «la necessità di una legge sul conflitto di interessi costruita non sulle aspirazioni dell’una o dell’altra forza politica, ma su proposte che non possano essere identificate come mosse da spirito di parte». «La crisi dei partiti politici e la maggiore indipendenza della società dalla politica – scrivono – ha posto fine al monopolio dei partiti sulle cariche pubbliche».