Marini bocciato, si rivota. Pd e Pdl scheda bianca. Bersani sfiduciato in un vicolo cieco
Per Franco Marini è fumata nera alla prima votazione. L’ex presidente del Senato non ha raggiunto il quorum al ‘primo colpo’ per l’elezione alla presidenza della Repubblica. Ora si passa al secondo scrutinio che dovrebbe iniziare alle 15. Dopo il riconteggio delle schede, Laura Boldrini problama il risultato definitivo: Marini ha ottenuto 521 voti, 152 sotto il quorum richiesto per l’elezione di 672 voti, pari ai due terzi dei grandi elettori che sono 1007. A Stefano Rodotà sono andati 243 voti, 104 le schede bianche, 41 a Sergio Chiamparino, 14 a Romano Prodi. 13 A Emma Bonino. 12 a Massimo D’Alema. Le schede risultate nulle sono 15.
Ora alle 15.30 è atteso il secondo e ultimo voto della giornata. Dopo lo stop a Marini, Pd e Pdl, sono al lavoro per decidere come andare avanti.Per il partito di Bersani si profila l’ipotesi della scheda bianca.Silvio Berlusconi ha convocato un vertice ristretto a palazzo Grazioli per decidere le prossime mosse. Sul tavolo del leader azzurro, raccontano, ci sarebbe anche l’ipotesi che il Pdl possa astenersi alla seconda votazione e non votare Marini. Mossa che viene poco dopo confermata dal Pdl: voteremo scheda bianca. In mattinata il presidente della Camera Laura Boldrini, con a fianco il collega del Senato Pietro Grasso, aveva dato inizio al voto. Alle 10 alla Camera il parlamento in seduta comune, più i delegati regionali, ha iniziato con il primo scrutinio. Primo scrutinio con quorum fissato, come nei due successivi, nella maggioranza di due terzi dell’assemblea, 672 su 1007 grandi elettori, (630 deputati, 319 senatori, 58 delegati regionali).
Primo a depositare la scheda nell’urna il leghista Roberto Calderoli. A seguire, i senatori a vita Emilio Colombo e Mario Monti. Assenti, come previsto, gli altri due senatori a vita Giulio Andreotti e Carlo Azeglio Ciampi. L’intesa raggiunta ieri da Pd-Pdl e Scelta Civica su Marini ha provocato una spaccatura nel Partito democratico e il no di Sel che all’unanimità questa mattina ha deciso di convergere sul candidato indicato dai 5 Stelle, Stefano Rodotà.
Sulla carta Marini doveva contare su 742 voti, visto che dagli 835 elettori di Pd, Pdl e Scelta civica bisogna sottrarre i renziani (51), Sel (42). Mentre la Lega (36) ha fatto sapere che voterà Marini già alla prima votazione e non Emanuela Dal Lago, candidata del Carroccio fino a poche ore fa. Resta da capire se il dissenso nel Pd andrà oltre l’area che fa riferimento a Matteo Renzi (Pippo Civati ha stamattina annunciato il voto per Rodota’). Un appello all’unità è arrivato proprio da Marini. “Stamattina De Mita mi ha fatto una telefonata, mi ha fatto molto piacere. E’ una battaglia dura e spero si possa fare bene. L’augurio e’ che il mio partito possa ritrovare una forte unita’ oggi. Scissione? Ma quale scissione”, ha detto questa mattina l’ex presidente del Senato ai microfoni di Tgcom24, uscendo dalla sua abitazione. Pressing sul partito anche da Massimo D’Alema perché voti in maniera ”coerente” Franco Marini. ”Capisco che si è arrivati alla candidatura di Franco Marini in modo sofferto e con un metodo che ha potuto creare comprensibili turbamenti, ma ora dobbiamo valutare l’opportunità, per il Paese, di un candidato che deve essere eletto con un ampio consenso”. La scelta di Marini, sottolinea, ”è stata discussa e approvata dai nostri gruppi parlamentari. Un partito serio, non solo per la validità in se’ della scelta, ma anche per dimostrare la sua affidabilita’, non puo’ che comportarsi con coerenza in queste ore cosi’ importanti per l’avvenire del Paese”.
Per il presidente della Fondazione ItalianiEuropei ”potrà essere un buon presidente della Repubblica,anzitutto per la sua storia e la sua formazione di sindacalista e uomo politico, da sempre vicino alla gente semplice e al mondo del lavoro. Oggi abbiamo bisogno di una personalita’ in grado di riavvicinare i cittadini alle istituzioni”. Su tutta altra linea Matteo Renzi che sottolinea come sul nome di Marini ci sia una ”spaccatura ” nel Pd. “Marini è una persona degna del nostro rispetto ma non è il candidato migliore alla Presidenza della Repubblica”.
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