Delitto Sarah Scazzi, la Corte d’Assise condanna all’ergastolo Sabrina e la mamma Cosima
La Corte di Assise di Taranto ha condannato all’ergastolo Cosima Serrano e Sabrina Misseri per l’omicidio di Sarah Scazzi. La Corte di Assise ha disposto anche l’isolamento diurno di 6 mesi in carcere per le due donne e ha condannato a 8 anni di reclusione Michele Misseri, lo zio di Sarah. Carmine Misseri e Cosimo Cosma, fratello e nipote di Michele Misseri e suoi presunti complici nella soppressione del cadavere di Sarah, sono stati condannati a 6 anni. Il pubblico presente in aula ha applaudito alla notizia dell’ergastolo per Sabrina e Cosima. Presenti, oltre a una cinquantina di cittadini autorizzati ad assistere al verdetto, la madre di Sarah, Concetta Serrano Spagnolo, il padre Giacomo Scazzi e il fratello Claudio, che si sono costituiti parte civile al processo. ”In Italia vige la presunzione di innocenza, e questa è una sentenza di primo grado, ma sembrerebbe che errori macroscopici o grossolani non ne siano stati commessi” ha commentato il procuratore capo di Taranto Franco Sebastio. ”Chi uccide merita l’ergastolo. Ci speravo ma è sentenza amara” sono state le parole della mamma di Sarah, dopo aver ringraziato la Procura per il lavoro svolto. E’ ”una sentenza amara per tutti quanti. Non mi dà soddisfazione perché il dolore e la tristezza permangono”.
Per l’avvocato Valter Biscotti, uno dei legali di parte civile della famiglia di Sarah Scazzi, si tratta di ”una sentenza severa ma che ha rispettato un percorso processuale del dibattimento che non lasciava spazio ad altre possibilità”. Mentre per l’avvocato Franco De Jaco, uno dei legali di Cosima Serrano, “questa sentenza verrà ribaltata totalmente. La Corte si è presa cinque giorni per ribadire le stesse cose che avevano detto i pubblici ministeri”. “Abbiamo accontentato l’opinione pubblica perché l’antipatia verso queste donne era forte – ha aggiunto il legale – Benissimo, adesso vediamo”. ”Cosima non ha detto nulla, ha subito questa ignominia. Se sono state pienamente accolte tute le richieste del pubblico ministero – ha concluso De Jaco – evidentemente significa che qualcosa non ha funzionato nell’analisi ma noi siamo tranquilli sull’Appello ed eventualmente sulla Cassazione”. La Corte di Assise del Tribunale di Taranto ha condannato i cinque principali imputati al risarcimento del danno in favore delle parti civili costituite, Concetta Serrano Spagnolo, Giacomo e Claudio Scazzi e il Comune di Avetrana, in persona del sindaco pro tempore, da liquidarsi nel giudizio separato. Le parti civili avevano chiesto un risarcimento complessivo di oltre 33 milioni di euro, in quote diverse a seconda dell’imputato e della gravità delle accuse.
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