Martina, figlia del brigadiere ferito: “Fiera di mio padre ma non credo di poter perdonare”. Preiti chiede di incontrare il figlio
Slitta a domani mattina l’invio da parte della Procura di Roma all’ufficio del gip della richiesta di convalida dell’arresto di Luigi Preiti. Nel documento sono state precisate le accuse che l’ufficio del pubblico ministero contesta a Luigi Preiti. Sono triplice tentativo di omicidio, detenzione, porto e uso di arma clandestina e ricettazione. Con l’aggravante della premeditazione e di aver agito contro le forze dell’ordine in servizio davanti a palazzo Chigi. Intanto, è stata affidata ai carabinieri del Ris la pistola usata ieri da Luigi Preiti. Gli esperti dovranno accertare quale era la matricola dell’arma prima che fosse abrasa e anche accertare se la pistola sia stata utilizzata in altre occasioni. Gli accertamenti che saranno fatti sono “irripetibili” in quanto per rilevare il numero della matricola sarà necessario l’impiego di agenti chimici che possono essere usati una sola volta. Il procuratore aggiunto Pier Filippo Laviani, che ha disposto gli accertamenti, ha detto che l’uomo ha dato una versione abbastanza confusa di come di era procurato l’arma. Di conseguenza l’argomento dovrà essere approfondito. Le analisi del Ris riguarderanno anche i bossoli recuperati dalla polizia scientifica davanti al Palazzo del governo. Emergono anche altri dettagli sulla drammatica giornata di ieri. Secondo quanto apprende l’Adnkronos da fonti investigative, c’erano punte di trapano all’interno della borsa zaino di colore beige, sequestrata dai Carabinieri a Preiti.
Non solo. Dagli accertamenti è emerso che anche un terzo carabiniere che si trovava davanti a Palazzo Chigi ieri, nel momento degli spari, è stato raggiunto da un proiettile esploso da Preiti. Fortuna ha voluto che il colpo, dopo aver trapassato il giubbotto d’ordinanza sul quale è rimasto evidente un foro d’entrata e d’uscita, non abbia toccato il corpo del carabiniere. ”Preiti è una persona con una forte depressione, si è reso conto della gravità della situazione solo durante l’interrogatorio, quando è scoppiato in lacrime”, dice all’Adnkronos Mauro Danielli, legale di Preiti. “In quel momento, davanti al magistrato – aggiunge il legale – ha preso coscienza di quanto fatto. Lui stesso si è definito ‘un disperato”‘. Preiti, fa sapere il difensore, chiede di potere incontrare il figlio. L’uomo ha detto, secondo quanto riferisce lo stesso penalista, di essere ”pentito per quello che ha fatto”. L’avvocato Danielli lasciando il carcere di Rebibbia dopo il colloquio con il suo cliente spiega: ”Non riesce a rendersi conto di quello che ha fatto e chiede anche notizia dei carabinieri che ha ferito”.
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