Commissione Giustizia, alla fine passa la nomina di Nitto Palma ma il Pd non lo vota
Alla fine la spunta Francesco Nitto Palma. L’ex Guardasigilli è stato eletto alla presidenza della commissione Giustizia del Senato al quarto scrutinio con 13 voti a suo favore. Era in ballottaggio con l’avvocato grillino Mario Michele Giarrusso, fermo ai 4 consensi del Movimento Cinque Stelle. Sono state 8 le schede bianche del Pd, mentre un voto è risultato nullo. La commissione Giustizia del Senato ha votato anche i vicepresidenti: Felice Casson (Pd) e Maurizio Buccarella (M5S).
L’appoggio di Scelta Civica sul nome di Nitto Palma era stato annunciato prima che la commissione Giustizia del Senato è tornata a riunirsi nel pomeriggio per l’elezione del presidente, così come le schede bianche dem (“Abbiamo chiesto che ci fosse un candidato condiviso ma non ci è stato proposto altro nome che Nitto Palma. Quindi, voteremo scheda bianca”, aveva detto Felice Casson). Una scelta, quest’ultima, ovviamente non condivisa dai montiani. “E’ chiaro che possono esserci conseguenze sul governo se il Pd non esce dalla confusione: stare al governo e fare anche l’opposizione è paradossale”, ha spiegato ilcoordinatore Sc Andrea Olivero ad elezione avvenuta. Gli ha fatto ecoGianluca Susta (Sc): “Abbiamo assistito al teatrino della vecchia politica”.
Il Pdl, comunque, non era intenzionato a mollare dopo la doppia fumata nera di ieri su Nitto Palma. Silvio Berlusconi, che ha presieduto a palazzo Grazioli un vertice con lo stato maggiore del partito, avrebbe ribadito la linea da tenere: “il nostro candidato alla commissione Giustizia del Senato resta Nitto Palma”. Una linea sostenuta poi a chiare lettere dal deputato pidiellino Francesco Sisto: ”Il partito è determinato ad andare fino in fondo”. Il programma dei lavori della commissione Giustizia verrà deciso dall’ufficio di presidenza lunedì, “così saremo operativi già da martedì”, ha spiegato Nitto Palma. Che, parlando ai giornalisti, ha fatto poi riferimento al duro commento del senatore Pd Corradino Mineo, senza mai nominarlo. “Quando mi si accusa di essere indecente si dovrebbe spiegare perché – ha sottolineato Nitto Palma -. A proposito della necessità di abbassare i toni, è opportuno che tutti lo facciano e invece nei miei confronti, a pochi giorni da quello che è accaduto a piazza Colonna, si è usata la parola ‘sparare’. Ed è inutile dire, dopo, che si intendeva sparare con le parole. Sono stanco di essere insultato – ha aggiunto -. Da magistrato ho vissuto blindato per 25 anni, ho fatto processi anti-terrorismo e anti-criminalità organizzata, sfidando i proiettili dell’estrema destra, dell’estrema sinistra: non mi metto paura”.
Intanto, Beppe Grillo dal suo blog spara a zero contro le recenti nomine a cui dedica il post intitolato l”Alfabeto della vergogna’. “I presidenti delle Commissioni parlamentari, spartite tra pdl e pdmenoelle (per questo hanno aspettato di fare il governo prima di istituirle…) – scrive- , sono un potente vaffanculo alla Nazione. La lista della vergogna comprende trombati, inquisiti, mariti, vecchie scarpe dell’inciucio, riscossori di premi partita, trombettieri del falso, senatrici da supermarket con la scorta”. Si tratta, per il leader del M5S, di “un tocco di P2 più un tocco di D’Alema. Persone nominate per aver fottuto Prodi alle elezioni presidenziali o per il loro instancabile leccare il culo da sempre a Berlusconi. C’è dentro di tutto, un minestrone di falliti, riciclati, bocciati alle politiche, di eterni ritornanti. Questa lista è una provocazione verso i cittadini per scelta delle persone e per la loro generale incompetenza. Se ci fosse una Commissione per i Cessi di Montecitorio – incalza – occuperebbero anche quella, metà chiappa pdl, metà chiappa pdmenoelle e lascerebbero il cesso da pulire alla finta opposizione di Sel”.
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