Corruzione dei senatori, la procura di Napoli rinvia a giudizio Berlusconi e De Gregorio
Un altro appuntamento con la giustizia per Silvio Berlusconi. Dopo la condanna in appello nel processo Mediaset, ora rischia il processo anche a Napoli. I pm Henry John Woodcock e Vincenzo Piscitelli hanno chiesto il rinvio a giudizio nei confronti dell’ex premier per il caso dei tre milioni di euro versati, tra il 2006 e il 2008, all’ ex senatore Sergio De Gregorio allo scopo di convincerlo a cambiare schieramento, passando dall’Italia dei Valori al centrodestra, per «sabotare» il governo di centrosinistra all’epoca guidato da Romano Prodi.
La Procura ipotizza il reato di corruzione a carico di Berlusconi, De Gregorio e dell’ex direttore ed editore dell’Avanti Walter Lavitola.
L’iniziativa degli inquirenti, che hanno coordinato le indagini del Nucleo regionale di polizia tributaria diretto dal colonnello Nicola Altiero, appare scontata dopo che, alla fine di marzo, il giudice Marina Cimma aveva rigettato la richiesta di giudizio immediato.
Adesso l’ufficio gip dovra’ fissare la data d’inizio dell’udienza preliminare. De Gregorio, che e’ difeso dall’avvocato Carlo Fabbozzo e nel corso di numerosi interrogatori ha confermato la ricostruzione accusatoria configurata dalle indagini, e’ attualmente agli arresti domiciliari per i fatti legati ai contributi pubblici erogati all’Avanti!.
E’ in carcere da tredici mesi invece Lavitola, che ha patteggiato la pena per le vicende dell’Avanti! ed e’ stato condannato in primo grado per l’ipotesi di tentata estorsione ai danni di Berlusconi.
Per una delle due misure cautelari tuttora pendenti, Lavitola ha ottenuto su richiesta del suo legale, l’avvocato Gaetano Balice, gli arresti domiciliari con braccialetto elettronico mentre resta in cella per l’altro provvedimento.
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