Roma, maltrattamenti e percosse su bambini di 5 anni: arrestate due maestre dell’asilo di San Basilio
Un’insegnante e la coordinatrice di una scuola per l’infanzia di Roma, nel quartiere San Basilio, sono state arrestate dalla polizia con l’accusa di maltrattamenti e percosse a bambini di 4 e 5 anni.
Alla coordinatrice scolastica di 57 anni e alla maestra, ora finite ai domiciliari, vengono contestati diversi comportamenti violenti, vessatori, offensivi e mortificanti della dignità dei bambini. Particolarmente grave l’episodio dove un bambino colpevole di essersi fatto la pipì nei pantaloni, è stato costretto dalla maestra ad inginocchiarsi e ad asciugarla con un fazzoletto di carta, dopo essere stato minacciato, davanti agli altri bambini, di fargliela pulire con la faccia. Numerose sono state le occasioni in cui la maestra è ricorsa alla violenza per ottenere l’obbedienza degli alunni.
Secondo gli inquirenti la maestra d’asilo non risparmiava nemmeno i bambini portatori di disagi e difficoltà psicoinfantili, investiti anche questi di insulti e umiliazioni verbali. Alcuni bimbi, solitamente i più grandi, venivano incitati alla violenza e alla denigrazione in danno degli altri. Inoltre venivano usati epiteti vari come “scemo”, “zozzo”, “bastardo”.Le indagini, coordinate dal sostituto procuratore Eugenio Albamonte e dirette dal dirigente del Commissariato di Pubblica Sicurezza ‘San Basilio’, sono partite dalle segnalazioni di persone gravitanti all’interno dell’ambiente scolastico e di genitori che hanno riferito di presunti maltrattamenti e vessazioni nei confronti di alcuni bambini. Dai primi accertamenti è emerso, che la direttrice della scuola, sarebbe stata a conoscenza della condotta illecita dell’insegnante omettendo di prendere provvedimenti, in violazione dei suoi poteri-doveri di vigilanza e controllo.
In seguito a questa preliminare attività d’indagine il sostituto procuratore titolare dell’inchiesta, dopo aver ascoltato le dichiarazioni dei potenziali testimoni, al fine di acquisire ulteriori elementi probatori, ha disposto un’attività d’indagine tecnica, con telecamere in aula, che ha fornito riscontri oggettivi circa i gravi indizi di colpevolezza già evidenziatisi, in particolare, a carico della maestra. Dalle indagini è emerso inoltre, che nonostante la maestra fosse stata più volte, nel tempo, criticata e ripresa anche dalle sue colleghe circa i suoi metodi educativi, avvalendosi della protezione e della copertura della direttrice, continuava imperterrita, limitandosi esclusivamente a non assumere tali comportamenti in presenza di altro personale scolastico.
Gli investigatori hanno accertato che nel corso del tempo le diverse persone, docenti e non, che rappresentavano i comportamenti dell’insegnante alla direttrice, si sono sempre trovate davanti ad un ”muro” o addirittura emarginate dall’ambiente, poiché la stessa cercava di mettere tutto a tacere.
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