Il Bunga Bunga nei ricordi di Ruby: “Nicole Minetti si vestiva da suora sexy e danzava in slip ma non ho visto fare sesso tra Silvio e le ragazze”
Nel corso di una serata ad Arcore ”mi ricordo in particolare Nicole Minetti vestita da suora, con un affare lungo che ogni tanto alzava per far vedere le gambe”. E’ il racconto diKarima el Mahroug nel corso della sua testimonianza al processo ‘Ruby 2′, che vede imputati Lele Mora, Emilio Fede e Nicole Minetti, in Tribunale a Milano.
La giovane marocchina, che aggiunge anche che l’ex consigliera regionale era rimasta in “biancheria intima”, racconta di aver visto”ragazze vestite da cubiste, infermierine sexy e dottoresse”. In particolare, Marystelle Polanco, dice ancora la giovane nota come Ruby, si vestiva ”da Obama e da Ilda Boccassini con una parrucca rossa e la toga”. Nel corso dei dopocena ad Arcore, aggiunge la giovane, ”non ho mai visto contatti fisici tra le ragazze e Silvio Berlusconi”. Ruby racconta di essere andata ad Arcore la prima volta dopo una telefonata di Lele Mora che le comunicava: “Vieni fuori dall’ufficio, c’è una macchina che ti aspetta”. Su quella macchina guidata da un’autista, precisa la ragazza, all’altezza di Palazzo Cigni a Milano, salì anche Emilio Fede, con cui raggiunse la residenza dell’allora presidente del Consiglio. “La prima sera che arrivai ad Arcore, vidi il presidente del Consiglio e fui sorpresa di trovarmi lì”, prosegue il racconto in aula della giovane. Parlando della sera del 14 febbraio 2010, Ruby dice di essersi presentata a Berlusconi semplicemente come ‘Ruby’.
Dopo il primo dopocena nella residenza dell’allora presidente del Consiglio, Karima afferma anche che ”il presidente mi diede al termine della serata una busta e dentro c’erano circa 3mila euro”. L’ex premier quella sera le chiese anche se si fosse trovata bene e se poteva chiederle di tornare. Fu proprio in occasione di quella cena che Ruby raccontò di avere ”una madre che aveva una parentela con il presidente egiziano Mubarak”.
Ripercorrendo, poi, i fatti della notte tra il 27 e il 28 maggio 2010 in Questura a Milano, Ruby racconta: “Uscita dalla Questura ho parlato al telefono con il presidente che era arrabbiato per tutte le cavolate che avevo raccontato”. Un passo indietro. Quando arrivò a Milano, racconta ancora la ragazza, disse all’agenzia di Lele Mora ”di avere come età 19-20 anni”. All’agenzia, prosegue Karima, aveva anche consegnato un curriculum falso, inventandosi di essersi dimenticata i suoi documenti. Quanto al concorso di bellezza cui Ruby prese parte, e al quale era presente anche Emilio Fede nella giuria, la ragazza, afferma di avervi partecipato ”quando aveva 16 anni”. Botta e risposta in aula con il giudice. Nel corso della sua testimonianza, Karima ha accusato la Procura di Milano di non aver messo a verbale tutto quello che lei aveva dichiarato nel corso delle varie deposizioni. ”Ho letto – dice – verbali di una pagina, piuttosto poco rispetto alle ore che ho trascorso parlando con i pm”. Quando il giudice Annamaria Gatto le fa notare di aver detto ”una cosa molto grave”, Ruby ritratta sostenendo di ”non riuscire ad essere precisa” e che a volte ”i ricordi si confondono con le sensazioni”. A quel punto il giudice le ricorda: ”Questo è un processo, non è una trasmissione televisiva”.
Rispondendo alle domande in aula, la giovane dice poi non aver mai avuto rapporti sessuali a pagamento con qualcuno. Né di aver mai avuto rapporti intimi con il Cavaliere. E ancora: “Mai ricevuti né promessi da Silvio Berlusconi quei 5 milioni di euro”. Poi: “Il dottor Berlusconi sapeva che io avevo 23-24 anni”, racconta ancora Karima. Il pubblico ministero Antonio Sangermano le fa notare come il 27 settembre 2010, in un’intercettazione, abbia raccontato di aver “mentito ai pm raccontando che Berlusconi non sapeva che lei fosse minorenne”. Alla domanda sul perché l’abbia fatto, Ruby risponde: “Per vantarmi”. Lele Mora, da parte sua, dichiara che ”nessuno sapeva che Ruby fosse minorenne, nemmeno io. Lei stessa aveva dichiarato all’ufficio di casting di avere 24 anni e la cosa è stata esibita agli atti, tutti possono vedere gli atti”.
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