Il mistero della agenda rossa di Borsellino scomparsa: un filmato inedito riapre il caso. Grasso: “Fare chiarezza”
L’agenda rossa di Paolo Borsellino in un video girato dai vigili del fuoco nell’immediatezza della strage di via D’Amelio, nella quale il magistrato morì con i cinque uomini della sua scorta. E’ la Repubblica a pubblicare il fotogramma nel quale si vede un’agenda del tutto simile a quella nella quale il giudice Borsellino annotava i suoi appunti più riservati dopo la morte di Giovanni Falcone, a terra accanto al suo corpo carbonizzato dall’esplosione dell’autobomba.
A quanto ricostruisce il quotidiano sulla base delle due ore di filmato, acquisito dalla procura di Caltanissetta già 20 anni fa, l’agenda scomparsa era ben visibile ancora pochi minuti dopo l’esplosione, ”almeno fino a quando un uomo, non in divisa, si avvicina al corpo di Paolo Borsellino e, con il piede sinistro alza un pezzo di cartone che la copre”.
Una notizia che lascia molti interrogativi ma che apre anche nuovi scenari. ”Come sapete sono uno che tende sempre ad accertare la verità e a cercare verità e giustizia. Quindi qualsiasi passo avanti si può fare per me è un passo positivo”, commenta da Palermo il presidente del Senato ed ex procuratore antimafia, Pietro Grasso. Quanto alla richiesta dei pm palermitani di ascoltarlo nell’ambito del processo sulla presunta trattativa Stato-mafia si dice “disponibile ad essere ascoltato. Naturalmente valuterò le prerogative che il mio ruolo mi dà di farmi ascoltare nei palazzi del Senato”.
Sul fotogramma che immortala l’agenda rossa torna interviene Antonio Ingroia, ex procuratore aggiunto di Palermo e tra i titolari dell’inchiesta sulla presunta trattativa Stato-mafia. ”Se quella foto fosse vera, ci troveremmo di fronte a un fatto incredibile e davvero inquietante. E’ inaudito che una prova del genere venga fuori dopo 21 anni, senza che nessuno l’abbia mai segnalata ai magistrati: sarebbe pazzesco. Il tema del’agenda rossa è da anni, per tutti, la chiave di volta della strage di Via d’Amelio”. ”Aspettiamo le verifiche – dice Ingroia all’Adnkronos – che faranno i colleghi di Caltanissetta ma se quel filmato racchiudesse la verità sull’agenda rossa, vorrebbe dire che qualcuno ha intenzionalmente occultato questo elemento perché non voleva che saltasse fuori. E non sarebbe il primo, grave depistaggio di quest’indagine”. ”In quei fogli – rimarca Ingroia – ci sono le ultime verità di Borsellino: i familiari in primo luogo e tutti noi cittadini, orfani di quella verità, abbiamo diritto di sapere”.
Chiede ”bisogna fare tutte le verifiche”, Luciano Violante: “Può darsi che una ricerca più accurata sul filmato e sull’archivio faccia venire fuori altri elementi”, dice all’Adnkronos l’ex presidente della commissione Antimafia. Per Violante ”avevano ragione quelli che lamentavano la scomparsa dell’agenda. Ora bisogna rivedere tutto il materiale che fu allora acquisito, per risalire possibilmente a chi l’ha fatta sparire o a chi ce l’ha in questo momento…”.
Anche per l’ex ministro dell’Interno Vincenzo Scotti ora ”occorre capire: forse in quei fogli potrebbero esserci alcuni dei passaggi più importanti della storia della lotta alla mafia. Se il dato fosse confermato, permetterebbe di fare un passo importante per capire quanto è davvero accaduto. Abbiamo tutti interesse a che si faccia chiarezza e si arrivi al contenuto dell’agenda”. L’agenda con il logo dell’Arma dei Carabinieri, da cui il giudice antimafia non si separava mai, è scomparsa dal giorno dell’eccidio. ”Il dato è che l’agenda c’era e sembra sia stata presa”, fa notare Scotti. ”Ma non si può più procedere per supposizioni: serve la chiarezza di accertamenti che vanno fatti sul serio, senza più scontri frontali e pregiudizi”, taglia corto.
Mentre da Firenze il procuratore capo di Roma, Giuseppe Pignatone assicura che per tutte le “stragi del biennio terribile ’92-’93 continua l’impegno da parte di tutto lo Stato in tutte le sue articolazioni”.
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