L’addio a Franca Rame, 84 anni. Una vita dedicata al teatro e all’impegno civile
Franca Rame è morta oggi a Milano. L’attrice, moglie di Dario Fo, aveva 84 anni ed era malata da tempo. Franca Rame era figlia d’arte – la famiglia vantava antiche tradizioni legate al teatro dei burattini e delle marionette risalenti al 1600 – e aveva debuttato nel mondo dello spettacolo appena nata (Parabiago, 1929), nel ruolo dell’infante nelle commedie allestite dalla compagnia di giro familiare. Nei primi anni ’50 viene scritturata nella compagnia primaria di prosa di Tino Scotti per lo spettacolo Ghe pensi mi di Marcello Marchesi, in scena al Teatro Olimpia di Milano.
Nel 1954 sposa il collega Dario Fo, con il quale quattro anni dopo fonda la Compagnia Dario Fo-Franca Rame: lui è il regista e drammaturgo del gruppo, lei la prima attrice e l’amministratrice. Sono anni in cui la Rame viene impiegata anche dal cinema, da Lo sai che i papaveri di Marchesi (1952) a Lo svitato di Carlo Lizzani (1956). Negli anni ’60 diventa esponente di spicco del movimento femminista e convinta sostenitrice della rivoluzione sessantottina. Insieme al marito fonda il gruppo di lavoro ‘La comune’, con cui interpreta spettacoli di satira e di controinformazione politica anche molto feroci (i più celebri restano Morte accidentale di un anarchico e Non si paga! Non si paga). Un impegno che la Rame pagherà sulla propria pelle: nel marzo 1973 viene rapita da esponenti dell’estrema destra e subisce violenza fisica e sessuale. Quell’episodio – rievocato nel 1981 con il monologo Lo stupro – invece di fiaccarla dà nuovo vigore al suo impegno politico, culminato nel 2006 con l’elezione a senatrice tra le fila dell’Italia dei Valori. Nel 2009 ha scritto assieme al marito Dario Fo la sua autobiografia intitolata ‘Una vita all’improvvisa’. Tra dicembre 2011 e marzo 2012, con Fo, ha riportato in scena ‘Mistero buffo’ in una serie di spettacoli nel nord Italia.
Il 19 aprile dello scorso anno era stata colpita da un ictus e ricoverata d’urgenza al policlinico di Milano. Omaggio del Parlamento. L’aula del Senato, su invito del presidente Pietro Grasso, ha osservato un minuto di silenzio. Alla Camera, lungo applauso dei deputati presenti in aula. Cordoglio del mondo politico. Il ministro per i Beni Culturali Massimo Bray la descrive come “persona straordinaria, coraggiosa e instancabile, che ha contribuito in maniera indelebile alla diffusione della Cultura in Italia e all’estero, all’emancipazione dell’universo femminile e alla difesa dei diritti dei cittadini”.
Il sindaco del capoluogo lombardo Giuliano Pisapia sottolinea che “Milano piange non solo una concittadina, ma una protagonista della storia italiana che ci ha raccontato con spiccata ironia e realtà ogni angolo della vita sociale del Novecento”. Sulla sua bacheca Fb Vito Crimi, capogruppo M5S al Senato, ricorda come l’attrice sia stata ”al nostro fianco da libera cittadina in tante nostre battaglie civili”. ”Provo un grande dolore – scrive sul suo blog il presidente dell’Idv, Antonio Di Pietro - per la scomparsa di Franca Rame, un’amica, una donna che ho avuto l’onore di conoscere e di apprezzare per la sua generosità d’animo, la passione civile, la fermezza, la coerenza, il suo essere diretta e senza maschere. Voglio ricordare di lei quelle battaglie comuni, vissute in Parlamento e nelle piazze, quei momenti condivisi in nome della legalità e in difesa dei diritti civili e dei più deboli”.
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