Processo Ruby, la versione di Nicole Minetti: “Con Berlusconi un rapporto d’amore. Non ho mai invitato nessuna alle feste ad Arcore”
“Al di là delle critiche, tengo a precisare che il mio è stato un sentimento di amore vero nei confronti di Silvio Berlusconi”. Lo ha detto in aula a Milano l’ex consigliere regionaleNicole Minetti, nel corso delle sue dichiarazioni spontanee al processo cosiddetto ‘Ruby 2′.
L’ex consigliere regionale ha ricostruito la nascita della sua storia d’amore con l’ex premier da quando lo incontrò al San Raffaele nel 2008: “Non nego – ha raccontato – e dico apertamente che fui da subito molto affascinata dalla personalità e dal grande carisma che esercitava su di me il presidente del Consiglio”. Nacque così “dapprima un rapporto di grande amicizia che successivamente sfociò in una relazione sentimentale”. La relazione, “che io ritenni sempre esclusiva”, si concluse sul finire di quell’anno “anche se i rapporti continuarono ad essere di straordinario affetto”.
Nelle dichiarazioni spontanee Minetti, imputata per induzione alla prostituzione anche minorile, ha sottolineato di non aver “mai invitato nessuna delle parti offese alle feste del presidente”. La notte tra il 27 e il 28 maggio 2010 l’affidamento dell’allora minore Ruby all’ex consigliere regionale fu “ancora una volta un atto di generosità, pensavo di fare del bene”, ha sottolineato. L’ex consigliere regionale ha aggiunto che “solo in quell’occasione la ragazza si è rivelata essere minorenne”. Minetti ha spiegato poi di aver incontrato Ruby per la prima volta il 14 febbraio 2010: “Non ho mai avuto modo di pensare, come gli altri, che avesse un’età diversa da quella che dichiarava”. Quanto ai 122 contatti telefonici con lei, contestati dall’accusa, Minetti li ha esclusi “categoricamente”. ”Questa storia ha scatenato contro di me una feroce campagna d’odio che non ha precedenti”, ha poi affermato Minetti che ha presentato un esposto Procura di Milano per chiedere di indagare sugli insulti e le minacce, anche di morte, ricevute in particolare su Facebook.
La ricostruzione delle vicende da parte della pubblica accusa legate al caso ‘Ruby 2′ è fondata su un “malcelato moralismo”, ha detto l’ex consigliere regionale. “Spero che qualcuno un giorno riesca a spiegarmi cosa ho fatto. I fatti contestati – ha sottolineato – sono sideralmente lontani da ciò che è accaduto”. Minetti ha spiegato così il suo ingresso in politica: “Il presidente mi disse che don Verzè, l’allora rettore del San Raffaele, avrebbe avuto piacere di avere un esponente del suo istituto all’interno del consiglio regionale lombardo”. L’ex consigliere regionale ha raccontato di aver parlato a Berlusconi del desiderio di cimentarsi in politica. ”Era chiaro, avendo noi due una relazione, che egli sarebbe stato felice di aiutarmi”, ha affermato.
Minetti ha ammesso di essere entrata “come parte attiva in politica con un ruolo, mi sono resa conto, di grande responsabilità, rispetto al quale non ero pronta”. “Col senno di poi, posso dire che probabilmente è stato un errore”. Poi, riguardo al suo coinvolgimento nella “gestione delle Olgettine”, ossia le ragazze che vivevano negli appartamenti di via Olgettina, Minetti ha parlato di “un puro atto di cortesia”.
Emilio Fede in una lettera in cui annuncia alla corte e ai pm la sua rinuncia alle dichiarazioni spontanee previste oggi scrive: “Mi limito a ricordare che di fronte a voi ci sono, con tutti i loro diritti e doveri, esseri umani e che, come tali, non dovrebbero essere sottoposti a mortificazioni al di là di quelli che sono ancora reati presunti”. “Assaggiatore, scene orgiastiche, situazioni bacchiche - prosegue – offrono una triste e aberrante descrizione della realtà, offendono l’imputato che ha sempre e comunque il diritto costituzionale alla presunzione d’innocenza”.
I legali delle parti civili Ambra Battilana e Chiara Danese nel corso dell’udienza di oggi hanno presentato una richiesta di risarcimento da 400mila euro, 200mila euro ciascuna. Un risarcimento per “danni patrimoniali” qualificati in “perdita di chance lavorative, disagio e patimento psicofisico”. Secondo gli avvocati delle due ragazze, che erano state invitate ad Arcore da poco maggiorenni il 22 agosto 2010, sono state considerate “prostitute” e poi “emarginate” mentre il loro sogno di entrare nel mondo dello spettacolo “è stato infranto”. Il processo è aggiornato a venerdì prossimo, il 14 giugno. Davanti ai giudici della quinta sezione penale parleranno gli avvocati delle parti civili Imane Fadil e Iris Berardi. L’udienza successiva sarà il 28 giugno e il processo continuerà fino alla terza settimana di luglio per repliche, contro repliche e sentenza.
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