Giovani e anziani divisi dal Web (90,8% contro il 24,7%) ma uniti dal telegiornale. Consumi e tendenze secondo il Censis
Oggi i consumi mediatici di giovani e anziani sono diametralmente opposti, con i primi posizionati sulla linea di frontiera dei new media e i secondi distaccati, in termini di quote di utenza, di decine di punti percentuali. Nel mondo dell’informazione, però, la centralità dei telegiornali è ancora fuori discussione, visto che l’80,9% degli italiani li utilizza come fonte. Lo afferma il Censis che ha aggregato i dati al centro dell’incontro dedicato, oggi a Roma, a ‘Il primato dell’opinione nella comunicazione orizzontale’.
Tra i giovani la percentuale di utenti del web è pari al 90,8%, ma è ferma al 24,7% tra gli anziani; il 79,9% dei primi utilizza YouTube, contro appena il 5,6% dei secondi; è iscritto a Facebook il 79,7% dei giovani e solo il 7,5% degli anziani; il 54,8% degli under 30 usa telefoni smartphone, ma lo fa solo il 3,9% degli over 65; e i giovani che guardano la web tv (il 39,1%) sono dieci volte di più degli anziani (il 3,9%). Quanto ai telegiornali, la quota dell’80,9% di italiani che li sceglie come fonte scende tra i giovani al 69,2% ed è molto vicino al 65,7% riferito a Google e al 61,5% di Facebook. Sono i dati più esplicativi del ciclone che si è abbattuto sull’apparato mediatico tradizionale, della tendenziale riduzione al singolo delle leve dell’informazione, dell’autodominio del soggetto nella comunicazione.
Soprattutto per i giovani le strategie di adattamento nell’ambiente dei media digitali sono improntate al nomadismo, la molteplicità dei media a disposizione li spinge cioè a passare dall’uno all’altro, e al disincanto dato che l’integrazione dei mezzi determina l’assenza di una vera e propria prospettiva gerarchica tra di essi: per loro le notizie apprese da un tg o da un quotidiano valgono quanto quelle trovate sul web. Il notevole sviluppo di Internet, sia del numero degli utenti, sia delle sue applicazioni, che ormai permeano ogni aspetto della nostra vita quotidiana, il web 2.0, i social network, la miniaturizzazione dei dispositivi hardware e la proliferazione delle connessioni mobili hanno esaltato il primato dell’utente. Oggi possiamo costruire palinsesti multimediali personali, tagliati su misura in base alle nostre esigenze e preferenze, svincolati dalla logica top-down del passato che implicava una comunicazione unidirezionale verticale dei messaggi da parte delle fonti ufficiali. E noi stessi possiamo realizzare contenuti digitali che, grazie a Internet, rendiamo disponibili in molti modi. I device tecnologici finiscono per costituire un’appendice della persona: una protesi che ne amplia le funzioni, ne potenzia le facolta’, ne facilita l’espressione e le relazioni, proiettandoci cosi’ nell”era biomediatica’, in cui diventano centrali la trascrizione virtuale e la condivisione telematica delle biografie personali attraverso i social network. E’ come se dalla moltitudine degli utenti si levasse un coro di voci: ‘la mia tv la programmo io, l’informazione la faccio da solo, i contenuti sono i miei!’.
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