Processo Ruby, attesa per la sentenza. Giudici in camera di consiglio, Boccassini in vacanza

Processo Ruby, attesa per la sentenza. Giudici in camera di consiglio, Boccassini in vacanza

E’ il giorno della sentenza al processo Ruby che vede imputato l’ex premier Silvio Berlusconi per concussione e prostituzione minorile. I giudici della quarta sezione penale del tribunale di Milano si sono ritirati in camera di consiglio. Al primo piano del Palazzo di Giustizia di Milano sono presenti decine di fotografi e giornalisti, anche stranieri. Assente per ferie il pm Ilda Boccassini, che ha chiesto lo scorso 13 maggio una condanna a sei anni di carcere e l’interdizione perpetua dai pubblici uffici per l’ex premier. Al suo posto, il capo della Procura di Milano Edmondo Bruti Liberati.

Gli avvocati di Silvio Berlusconi, Niccolò Ghedini e Piero Longo, hanno depositato una breve memoria con cui integrare l’arringa difensiva dello scorso 3 giugno. “Visto che il tribunale ha deciso -ha spiegato Ghedini- di annettere i verbali resi da Karima, (al processo parallelo ndr), abbiamo deciso per una breve memoria di commento alle sue dichiarazioni”.

I giudici potrebbero accogliere le richieste dell’accusa e condannare Berlusconi a sei anni, giudicandolo colpevole di aver abusato della sua qualita’ di premier telefonando in Questura nella notte tra il 27 e il 28 maggio 2010 per chiedere il rilascio dell’allora minorenne Karima El Mahroug. In questo caso, la concussione per induzione, sarebbe stata compiuta per coprire il secondo capo di imputazione, la prostituzione minorile.

Le toghe potrebbero invece accogliere le ragione della difesa: la telefonata in questura sarebbe avvenuta per evitare un incidente diplomatico. L’ex premier era davvero convinto di quanto raccontato dalla ragazza in una cena ad Arcore, e cioe’ che fosse di origine egiziana e nipote del presidente Mubarak. “Solo fantasie”, confutate da decine di testimonianze, i racconti delle feste ‘a luci rosse’ a casa dell’ex premier. Berlusconi, infine, potrebbe essere assolto da una delle due imputazioni. La parola ora spetta ai giudici.