Berlusconi annuncia il ritorno di Forza Italia: “Temo che ne saro’ ancora il numero uno”
Nel Pdl la tensione è sempre molto alta. E le voci di un imminente ‘rivoluzione azzurra’ alimentano le fibrillazioni e i malumori. Silvio Berlusconi rompe gli indugi e conferma la volontà di tornare a Forza Italia. ”Il Pdl resterà come coalizione di centrodestra, Forza Italia ne farà parte. E io temo che ne sarò il numero uno”, scandisce il Cavaliere al Tg1. Solo con una struttura più agile può avere libertà di movimento e azione sul territorio. I prossimi giorni, raccontano, potrebbero essere decisivi per il futuro. Anche nei rapporti con il governo Letta. Al quale Berlusconi conferma l’appoggio: ”Il nostro sostegno è assolutamente convinto e leale” e le critiche di qualche esponente di spicco del centrodestra vanno derubricate a ”stimolo”. Non manca però l’avvertimento al premier sul fronte della giustizia, che ha bisogno di una ”profonda riforma”. All’ombra dell’ennesima rivoluzione azzurra, la guerra tra ‘falchi’ e colombe’ non conosce tregua. A maggior ragione con l’accelerare degli eventi. Si parla di fase costituente già a fine luglio con la reggenza affidata a Daniela Santanchè, ma sono solo congetture. ”Ormai il dado è tratto”, confida un autorevole esponente azzurro mettendo in guardia dai tanti ”avvelenatori di pozzi” che guardano al dopo Berlusconi.
La mossa del Cav è per rompere l’accerchiamento. La morsa delle Procure si fa sentire. E’ convinto che alla Cassazione sui diritti tv non arriverà indenne, anzi. E non si fida più di nessuno, salvo i più stretti collaboratori, quelli del ‘cerchio magico’: da Sandro Bondi a Denis Verdini a Maria Rosaria Rossi, per intenderci. Gianni Letta, anche oggi ospite a palazzo Grazioli, raccontano, ”cerca di tenere insieme la baracca”, ma gli equilibri sono fragili, troppo fragili per durare a lungo.
Il leader azzurro teme di cadere nella grande trappola ordita da chi ha sempre pensato di fargli le scarpe, sin dall’insediamento di Mario Monti a palazzo Chigi. Non si sente protetto nemmeno dal Colle. Ma non pensa a staccare la spina alle larghe intese, almeno per ora, perché la crisi sarebbe un salto nel buio per lui e ”perderebbe potere contrattuale nella partita del potere”, come sottolineano a palazzo Grazioli.
Non aspettano altro per farmi definitivamente fuori, va ripetendo ai suoi il Cav, che prepara la ‘nuova cosa azzurra’ per tirare una linea tra chi sta con lui e chi rema contro. Ed è proprio questo il punto: chi è pronto a tradire il capo e si smarcherà al momento opportuno per dar vita al ‘nuovo centro’ con Letta? I fedelissimi continuano a guardare con diffidenza ‘quelli del Teatro Olimpico’, tutti quei parlamentari che lanciarono ‘Italia popolare’ il giorno dopo la nascita del governo tecnico di Monti.
Tra gli indiziati ci sarebbe anche la pattuglia pidiellina nel governo. Di certo, il clima è diventato irrespirabile e si avvicina sempre di più la resa dei conti interna, che non sarà indolore. ”A Berlusconi gli fanno credere che può stare tranquillo, perché il Colle lo aiuterà, ma stanno solo tramando alle sue spalle per liberarsene una volta per tutte”, avverte un parlamentare di casa ad Arcore.
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