Ior, corruzione e calunnia: arrestato monsignore salernitano. Manette anche a un broker e a uno 007
Un alto prelato, un funzionario dei Servizi segreti e un broker finanziario sono stati arrestati questa mattina da militari del Nucleo speciale di polizia valutaria della Guardia di Finanza, con le accuse di corruzione e calunnia. A finire in manette è monsignor Nunzio Scarano, sacerdote salernitano, addetto dell’Apsa, l’organismo che gestisce l’intero patrimonio mobiliare e immobiliare del Vaticano, la vera banca centrale della Santa Sede. Con l’alto prelato sono finiti in manette Giovanni Maria Zito, carabiniere espulso dall’Aisi tre mesi fa, e il broker Giovanni Carinzio. L’indagine, spiegano fonti qualificate, si inserisce come filone autonomo della più ampia inchiesta sullo Ior.
Le accuse ipotizzate nei riguardi delle tre persone arrestate sono quelle di corruzione, mentre per il solo monsignor Nunzio Scarano c’è anche l’accusa di calunnia. Per il momento non si parla del reato di truffa essendo ancora in corso accertamenti. Degli arrestati il religioso è detenuto a Regina Coeli, mentre il sottufficiale dei carabinieri Zito, che al momento dei fatti era in servizio presso l’Aisi si trova detenuto nel carcere militare di Santa Maria Capua Vetere. E’ invece detenuto a Napoli Giovanni Carinzio.
Secondo quanto precisato dal procuratore aggiunto Nello Rossi nel corso di un incontro con la stampa, per chiarire i termini dell’indagine monsignor Nunzio Scarano cercava di far rientrare in Italia 20 milioni di euro, somma destinata agli armatori Paolo, Cesare e Maurizio D’Amico. Una ‘vocazione adulta’, come si dice in gergo ecclesiale. Prima di prendere i voti, nel marzo del 1987, monsignor Scarano, 61 anni è stato impiegato dell’ex Banca d’America e d’Italia. Originario di Salerno, il prelato è incardinato nell’Arcidiocesi di Salerno-Campagna-Acerno, ma da tempo vive a Roma, nella Domus Internationalis Paulus VI, in via della Scrofa. Indagato due settimane fa per riciclaggio di 560mila euro dalla procura di Salerno, per decisione del cardinale Domenico Calcagno, presidente dell’Apsa (Amministrazione del patrimonio della Sede Apostolica), Scarano era stato sospeso dal suo incarico di responsabile del servizio di contabilità analitica all’organismo vaticano che gestisce le proprietà della Chiesa.
Chi lo ha conosciuto, lo descrive come un uomo pratico, con una grande disponibilità economica. Ma non solo. Mons. Scarano avrebbe infatti interessi nel mondo immobiliare, e sarebbe proprietario del novanta per cento del capitale della Nuen, la cui sede e’ ubicata a Salerno e che dall’ottobre 2012 è attiva per la costruzione di immobili residenziali. L’arresto arriva all’indomani della decisione di Papa Francesco di istituire una commissione per la riforma dello Ior. ”La Santa Sede non ha ancora ricevuto alcuna richiesta sulla questione dalle competenti autorità italiane, ma conferma la sua disponibilità a una piena collaborazione, ad esempio in caso di richieste di rogatoria”. E’ quanto dichiara padre Federico Lombardi, direttore della Sala stampa vaticana. Del caso è stato messo al corrente subito Papa Francesco. “Monsignor Scarano -riferisce ancora padre Lombardi- era stato sospeso dal servizio presso l’Apsa da oltre un mese, prima della fine di maggio, non appena i superiori erano stati informati che era indagato. Ciò in applicazione del regolamento della Curia Romana che impone la sospensione cautelare per le persone per cui sia stata iniziata un’azione penale”. Padre Lombardi assicura che “la competente autorità vaticana Ais segue il problema per prendere, se necessario, le misure appropriate di sua competenza”. Il direttore della Sala stampa vaticana conferma poi che “come dipendente vaticano, monsignor Scarano poteva avere un conto bancario presso lo Ior”. Appena due giorni fa, Papa Francesco ha istituito una commissione speciale per la riforma dello Ior e non è dunque escluso che anche questo caso possa rientrare nell’ordine del giorno dei suoi lavori.
Social