Ambasciata Usa a Roma, si cambia: arriva John R. Phillips campione nella lotta alle frodi fiscali. I nonni italiani (Filippi) emigrati in Usa
Sarà John R. Phillips, uno degli avvocati più acclamati e influenti d’America, a sostituire David Thorne come ambasciatore americano a Roma. Lo ha comunicato la Casa Bianca in una nota ufficiale che mette fine a mesi di illazioni sui possibili candidati ad una delle sedi più belle ed ambite della rete diplomatica Usa. Dall’inizio dell’anno il suo nome figurava non a torto fra i più papabili, secondo quotidiani come il Washington Post e il New York Times. L’avvocato Phillips, la cui fama è soprattutto legata alle numerose class action milionarie vinte contro potenti multinazionali, è stato anche uno dei grandi finanziatori della campagna per la rielezione di Obama. Laureato nella prestigiosa Università di Berkley, campione nella lotta alle frodi fiscali (attualmente è membro del comitato esecutivo della Taxpayers Against Fraud, l’associazione da lui stesso fondata) e primo della classe nel rastrellare fondi per rieleggere il Presidente, Phillips vanta un altro “asset” che ha senz’altro contribuito alla nomina di ambasciatore: i nonni italiani, dal cui cognome, Filippi, deriva peraltro il suo, emigrati negli States per fare fortuna.
E’ questo passato a spiegare quel legame forte e duraturo con il Bel Paese che l’avvocato volle sigillare nel 2001, acquistando e ristrutturando un antico villaggio del XIV secolo – Borgo Finocchieto, in provincia di Siena – oggi trasformato in Hotel di Charme. Se la brillante carriera di John Phillipps è ben nota – decine di pubblicazioni, una lunga serie di prestigiosi riconoscimenti, la presidenza della commissione del Presidente Usa per la “White House Fellowship” – non si può certo dire che la moglie, Linda Douglass, sia da meno. Al suo attivo figura infatti una rapida carriera di giornalista corrispondente presso l’emittente Abc News seguita, nel 2008, dalle consulenze in veste di “senior strategist” per la prima campagna elettorale di Barack Obama. La Douglass divenne quindi portavoce dell’Ammini
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