• Home »
  • Evidenza »
  • Ruby bis, Fede e Mora condannati a 7 anni di carcere. Minetti 5 anni per favoreggiamento

Ruby bis, Fede e Mora condannati a 7 anni di carcere. Minetti 5 anni per favoreggiamento

Ruby bis, Fede e Mora condannati a 7 anni di carcere. Minetti 5 anni per favoreggiamento

Tutti condannati i tre imputati , Emilio Fede, Lele Mora e Nicole Minetti, nell’ambito del processo Ruby bis. I giudici del Tribunale di Milano hanno condannato Nicole Minetti a 5 anni per il solo reato del favoreggiamento della prostituzione, ma l’hanno assolta dall’accusa di induzione e favoreggiamento della prostituzione minorile. Lele Mora è stato condannato invece per tutti i reati che gli erano stati contestati dalla procura: induzione e favoreggiamento della prostituzione anche minorile. Emilio Fede è stato assolto dai giudici di Milano dal reato di induzione alla prostituzione minorile, ma condannato per il reato di induzione e favoreggiamento alla prostituzione. Per Mora e Fede è stata disposta anche l’interdizione perpetua dai pubblici uffici e da qualunque incarico nelle scuole e negli uffici frequentati dai minori. I giudici di Milano hanno disposto la trasmissione alla procura degli atti di una serie di soggetti tra cui Silvio Berlusconi, Nicolò Ghedini e Piero Longo per valutare eventuali ipotesi di reato in relazione alle indagini difensive fatte.

In particolare, è stata disposta la trasmissione degli atti alla Procura in relazione all’ipotesi di reati che potrebbero essere stati commessi in relazione a quanto accaduto il 6-7 ottobre 2010 e il 15 gennaio 2011. Date che fanno riferimento alla presunta ‘convocazione’ di alcune ragazze che l’ex premier fece ad Arcore, e al cosiddetto ‘interrogatorio fantasma’ fatto a Karima quando ancora non erano note le indagini in corso. Oltre a Ghedini, Berlusconi e Longo la trasmissione degli atti è stata disposta anche per Karima in arte Ruby, Luca Risso, Carlo Rossella e diverse altre ragazze presenti alle serate ad Arcore e che hanno testimoniato in aula.

Al termine del processo, il tribunale di Milano ha condannato, oltre che alle pene detentive, Fede e Mora a risarcire le parti civili Ambra Battilana, Chiara Danese e Imane Fadil. La somma dovra’ essere liquidata in separato giudizio. I giudici hanno però respinto le domande di condanna al pagamento delle provvisionali avanzate dalle tre parti civili (Chiara e Ambra avevano chiesto un risarcimento di 400 mila euro, Imane Fadil di 2 milioni). Mora e Fede dovranno pagare le spese di giudizio alle 3 ragazze: 10 mila euro per ciascuna parte civile.

“Questa condanna è assurda - ha commentato Fede raggiunto al telefono dall’Adnkronos -. Io esprimo sinceramente la mia solidarietà alla Corte perché domani la mia popolarità sarà ancora più grande, mentre la giustizia perderà credito”. “Se hanno condannato Berlusconi, non potevano non condannare anche a me” ha aggiunto l’ex direttore del Tg4.

“Sono contento – ha proseguito Fede – perché i colleghi mi sono vicini, mi hanno chiamato. Ogni commento mio è il vostro”. “Ma come si può pensare che io abbia portato le ragazze alle feste? Sono dispiaciuto, perché la Corte mi era umanamente simpatica”.

“Oggi è un giorno bellissimo, sono veramente soddisfatta” ha commentato invece Chiara Danese in aula al termine della lettura della sentenza. “Ringrazio -ha aggiunto- avvocati e giudici per avermi permesso di riconquistare la mia dignità di donna”. Ambra Battilana ha detto di avere avuto “tanta paura ma mi sono fatta forza. Vedere che c’è stata giustizia mi fa rimanere senza parole. Ho avuto coraggio e sono andata avanti”. “Sono felice, sono felice, è due anni e mezzo che sono qua a difendermi e andare contro un esercito. Noi siamo quattro gatti” ha detto Imane Fadil sottolineando che “quando c’è una verità di mezzo, non la puoi aggirare”.

I legali di Mora parlano di “condanna pesante” e annunciano il ricorso in appello. Da parte di Nicole Minetti, c’è “soddisfazione” per l’assoluzione da tre capi di imputazione, ma, allo stesso tempo – riferiscono i legali dell’ex consigliera – è “stupefatta per la pena eccessiva”. ”L’induzione su Ruby non c’è assolutamente – afferma Alessandra Guarini, avvocato di Emilio Fede al termine della lettura della sentenza -. Il mio cliente è la vittima. I colpevoli sono quelli che hanno mentito”.