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Cannabis si coltiva on line: oltre 800mila siti sul web per la vendita di marijuana. Ma i tossicodipendenti sono in diminuzione

Allarme cannabis su internet. In Italia è boom del numero di siti tematici che offrono sostanze o ne promuovono l’uso: oltre 800mila. Un deciso aumento se si considera che al 2008 se ne contavano circa 200mila. E’ quanto emerge dall’ultima Relazione al Parlamento 2013 sull’uso di sostanze stupefacenti e tossicodipendenze in Italia, elaborata dal Dipartimento Politiche Antidroga (Dpa).

L’analisi ha messo in relazione l’andamento in crescita dei siti dal 2008 al 2013 che pubblicizzano in vario modo l’uso di cannabis con l’andamento dei consumi nella popolazione tra i 15 e i 19 anni. Questa fascia di età, infatti, è quella che più utilizza internet e frequenta i social network.

Si evidenzia che al forte aumento registrato della pressione di marketing è corrisposto, con un tempo di latenza dei 14-24 mesi, un aumento dei consumi di cannabis nelle fasce giovanili, invertendo una tendenza alla diminuzione che si osservava dal 2008 e creando, dal 2011, un incremento di circa 3 punti percentuali. Questi siti, spesso, offrono contemporaneamente anche altre sostanze stupefacenti quali oppiacei, cocaina, cannabinoidi sintetici, mefedrone, piperazine.

La Relazione ha preso in esame anche il fenomeno delle nuove droghe sintetiche. L’indagine ha rilevato l’esistenza “di un nuovo mercato in espansione (quasi esclusivamente gestito via internet), ma che attualmente è sotto controllo nel nostro Paese attraverso il Sistema nazionale di allerta precoce del Dpa che ha identificato oltre 250 nuove molecole in entrata sul territorio italiano ed europeo come i cannabinoidi sintetici, catinoni, fenetilamine, piperazine e metossietamine”. Inoltre, ricorda la relazione, ”in collaborazione con il ministero della Salute, queste nuove droghe sintetiche, sia nelle singole molecole sia nei loro analoghi strutturali, sono state tabellate e quindi rese illecite e di conseguenza sequestrabili”.

Secondo la fotografia scattata dalla Relazione, cala in Italia il numero dei tossicodipendenti che hanno bisogno di cure. Gli ‘schiavi’ della droga risultano essere 438.500; nel 2011 se ne contavano 38mila in più: 476.800. Nel dettaglio, ci sono 438.500 tossicodipendenti di età compresa tra 15 e 64 anni. Di questi 277.748 (7,1/1000 residenti) non risultano essere in trattamento presso i servizi di assistenza dei quali, circa 52.000 dipendenti da oppiacei (1,3/1000 residenti), 81.100 da cocaina (2,1/1000 residenti) e circa 145.000 per cannabis (3,7/1000 residenti).

Le Regioni dove si registra il più alto numero di trattamento per oppiacei sono Liguria, Basilicata, Sardegna, Molise e Toscana che presentano una prevalenza superiore a 6/1000 residenti di età compresa tra 15-64 anni. I soggetti che hanno richiesto per la prima volta un trattamento sono stati 30.169 con un tempo medio di latenza stimato tra inizio uso e richiesta di primo trattamento di 6,1 anni (oscillante tra i 3,9 e gli 8,8 anni) differenziato da sostanza a sostanza (oppiacei 5,5 anni; cocaina 8,5 anni; cannabis 5,5 anni). L’età media dei nuovi consumatori è di circa 34 anni, con un arrivo sempre più tardivo rispetto agli anni precedenti. Le sostanze maggiormente utilizzate dai tossicodipendenti in trattamento risultano essere: il 74,4% oppiacei (74,4%), cocaina (14,8%) cannabis (8,7%).