Egitto nel sangue, la polizia spara sulla folla: oltre 100 morti. Moschee diventano ospedali
Egitto nel caos. E sul numero delle vittime ci sono bilanci contrastanti dopo gli scontri. Secondo quanto riferisce l’agenzia di stampa ‘Xinhua’, che cita fonti mediche e dei Fratelli Musulmani, sono almeno 139 le persone rimaste uccise nelle ultime ore e i feriti oltre 5.200 (VIDEO). Il bilancio fornito dai media ufficiali egiziani parla invece di 75 morti e oltre mille feriti.
La maggior parte delle vittime, stando ai Fratelli Musulmani, è stata raggiunta da colpi d’arma da fuoco. In un comunicato viene citato Hisham Ibrahim, direttore dell’ospedale da campo allestito vicino alla moschea di al-Adaweya, secondo il quale molte delle vittime presentanoferite alla testa, al collo e al torace. Gli scontri più sanguinosi si sono registrati nel quartiere del Cairo di Nasr City, roccaforte dei sostenitori di Morsi. I Fratelli Musulmani accusano la polizia di aver attaccato, sparando gas lacrimogeni e pallottole vere, un sit-in che bloccava il Ponte 6 ottobre sul Nilo, nel centro del Cairo, nel tentativo di disperdere la folla.
Da parte sua la polizia ha fatto sapere di avere arrestato 53 attivisti dei Fratelli Musulmani che avevano, a quanto riporta la Mena, armi, bombe Molotov e altri ordigni. In Egitto “manca il sangue necessario a prestare assistenza alle centinaia di feriti, così come medici anestesisti, ortopedici, chirurghi e pediatri in grado di assicurare cure specialistiche”. A riferirlo all’Adnkronos Salute è il presidente dell’Associazione medici di origine straniera in Italia (Amsi) e della Comunità del mondo arabo in Italia (Comai), Foad Aodi, “in contatto con i medici egiziani” in queste ore di scontri al Cairo e in altre città.
Secondo le fonti di Aodi “i morti sarebbero almeno 90 e i feriti 1.200, inclusi molti bambini. Alcuni spazi sono stati trasformati in ospedali d’emergenza, come quelli di cinque moschee. Ma manca il personale sanitario (medici ma anche infermieri) che possa assistere le centinaia di persone con ferite gravi, contusioni, traumi cranici e fratture ossee, in particolare dei polsi. Io mi appello al Governo italiano, al ministro della Salute Beatrice Lorenzin e al ministro degli Esteri Emma Bonino, grande conoscitrice del mondo arabo, perché invii aiuti umanitari e sanitari all’Egitto. L’Italia non perda l’occasione di dimostrare al mondo arabo che gli è vicina”, conclude il preside
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