La Cassazione ha confermato la condanna a Silvio Berlusconinell’ambito del
processo Mediaset sui diritti tv ma ha deciso che sull’interdizione dai pubblici uffici dovrà essere la Corte d’appello di Milano a ripronunciarsi. Praticamente la sezione feriale presieduta da Antonio Esposito ha quasi completamente accolto le richieste della Procura di piazza Cavour, con la sola eccezione che l’interdizione dai pubblici uffici nei confronti dell’ex premier dovrà essere ricalcolata dalla Corte d’appello di Milano. La decisione della Cassazione è arrivata dopo sette ore di Camera di Consiglio e, in pratica, la Suprema Corte ha confermato l’impianto accusatorio nei confronti dell’ex premier. Respinti anche i ricorsi dei tre ex manager di Mediaset Frank Agrama, Gabriella Galetto e Daniele Lorenzano.A questo punto la condanna di frode fiscale nei confronti di Berlusconi diventa definitiva e per l’ex premier tre anni della pena sono coperti da indulto. L’anno residuo dovrà essere scontato ai domiciliari o con l’affidamento ai servizi sociali. Dipenderà da quello che decide il Cavaliere. Sull’interdizione sarà la Corte d’Appello di Milano a doversi ripronunciare con un nuovo giudizio rideterminando al ribasso la condanna che, a questo punto, non sarà più a cinque anni. La Procura al riguardo aveva chiesto fosse la stessa Cassazione a rideterminare l’interdizione al ribasso ma Piazza Cavour ha deciso che il riconteggio spetti alla Corte d’Appello di Milano.La vicenda Mediaset riguarda la compravendita dei diritti televisivi delle reti dell’ex premier e risale al 2003. Secondo la tesi accusatoria convalidata da piazza Cavour l’ex premier ha intascato fondi neri pari a 280 milioni di euro senza pagare le tasse e commettendo frode nei confronti degli azionisti. In aula, al momento della lettura della sentenza non erano presenti i legali del Cavaliere. In rappresentanza l’avvocato Roberto Borgogno dello studio Coppi.
La condanna ora passa in giudicato e sull’interdizione il giudizio resta sospeso solo fino a quando la Corte d’Appello di Milano si pronuncerà per ricalcolarla al ribasso. Il verdetto della Cassazione è arrivato alle 19:45, in un’aula senza aria condizionata, dove i giudici della sezione feriale sono andati dopo aver terminato la Camera di Consiglio, iniziata questa mattina alle 12. L’ex premier ha assistito alla lettura della sentenza nella sua residenza romana di via del Plebiscito con la figlia Marina, i legali Franco Coppi e Niccolò Ghedini e il segretario del Pdl Angelino Alfano. Il Cavaliere e il suo entourage hanno atteso il pronunciamento in un ”clima di grande serenità” ha spiegato all’Adnkronos Salute Alberto Zangrillo, medico personale di Berlusconi. “Si respira un clima di grande serenità” ha risposto. “Posso dire solo questo”.
La zona di via del Plebiscito è blindata, tutte le vie e piazze circostanti sono state infatti chiuse all’accesso veicolare e pedonale e un piccolo gruppo di sostenitori del leader del Pdl si trova all’altezza di piazza del Gesù. Polizia, Carabinieri e Guardia di finanza tengono sotto controllo la situazione. Presente, naturalmente, un discreto numero di cameramen, fotografi e giornalisti.
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