Bimba morta al policlinico di Torvergata, indagine della Procura: non vista una emorragia in atto

 ”Non si può morire a due anni per una procedura eseguita senza la necessaria esperienza. Il posizionamento di un catetere venoso centrale è una procedura non esente da rischi, ma con basso margine di complicazioni, che di solito si effettua in mezz’ora. La piccola, invece, è rimasta in sala operatoria 4-5 ore, sottoposta a numerosi tentativi per il posizionamento del catetere. E’ stata poi rimandata in reparto, dove nel giro di un’ora è andata in shock emorragico”. E’ quanto rivela all’Adnkronos Salute una fonte anonima testimone di quanto avvenuto al policlinico Tor Vergata, dove è morta la bimba malata di anemia falciforme, che doveva essere sottoposta a trapianto di midollo, mostrando alcuni dei referti riguardanti la piccola. “Non si può accettare l’idea che ci si eserciti – sottolinea – che si possa fare esperienza sulla pelle di bambini. La mamma ha visto morire sua figlia e non ha capito perché: è in sala operatoria che bisogna cercare le responsabilità”. Secondo la fonte anonima, “sarà l’autopsia a stabilirlo”, ma è presumibile pensare “che durante i vari tentativi per il posizionamento del catetere sia stato causato un danno alla piccola. La radiografia eseguita alla fine della procedura mostrava già il segno di un’emorragia in atto: se fosse stata controllata, si sarebbe potuto intervenire tempestivamente. Invece la bimba è stata rimandata in reparto e dopo un’ora la situazione è precipitata drammaticamente”. Secondo quanto si è appreso, ai carabinieri del Nas la Procura di Roma ha chiesto di identificare un gruppo di persone, sembra sette, che si sono occupate dell’intervento a cui è stata sottoposta la bimba. Sulla vicenda, dice Enrico Bollero, direttore generale del Policlinico Tor Vergata di Roma, garantiremo “trasparenza, rigore e determinazione”. “Non abbiamo alcuna intenzione di coprire nessuno - dice – , ma ci comporteremo nel modo più chiaro e rigoroso, a garanzia del rispetto della verità e dei cittadini. Prenderò tutte le determinazioni del caso, fino alla sospensione cautelativa, ma sulla base di dati certi”. “Ho avviato un’indagine interna – ricorda Bollero – e nominato una Commissione di esperti esterni al policlinico, per accertare la dinamica dei fatti nel modo più trasparente e rigoroso. Ho dato una settimana di tempo per avere le conclusioni il prima possibile, non c’è alcuna intenzione di prendere tempo”.La piccola è deceduta prima di essere sottoposta a un intervento chirurgico per un trapianto di midollo osseo. Sul caso la Procura ha già avviato un’inchiesta e i carabinieri hanno sequestrato le cartelle cliniche. Si indaga per omicidio colposo . Al momento si procede contro ignoti. L’autopsia è stata eseguita nell’istituto di medicina legale della Sapienza. La Direzione generale, fanno sapere dall’ospedale, ha già richiesto al direttore sanitario aziendale ”una dettagliata e documentata relazione sull’evento e ha disposto la costituzione di una Commissione medica di inchiesta, composta da specialisti esterni di comprovata esperienza per accertare le modalità dell’accaduto e verificare le eventuali responsabilità professionali”.

Al termine degli accertamenti, la direzione generale, spiega la struttura, ”si riserva di assumere eventuali provvedimenti cautelari sul personale coinvolto”. ”Il tutto in assoluta trasparenza ed a totale garanzia dei cittadini e della verità”, sottolinea l’ospedale. Il direttore generale di Tor Vergata, Enrico Bollero, ha informato il ministro della Salute e il presidente della Regione Lazio. ”Tutto il Policlinico Tor Vergata – conclude nella nota l’ospedale – è unito alla famiglia nel dolore per il tragico evento e si impegna a fare piena luce su quanto accaduto”.

Anche il ministero della Salute ha avviato un’indagine conoscitiva approfondita sui fatti attraverso il servizio ispettivo del ministero. Enrico Bollero, direttore generale del Policlinico di Roma Tor Vergata, riferisce all’Adnkronos Salute: “Entro 3-4 giorni dovrei avere i risultati dell’indagine interna sulla morte della bimba”. ”Mi sono riproposto due obiettivi – precisa -: massima trasparenza e massimo rigore nell’accertamento dei fatti. A tutela sia della famiglia della piccola che del buon nome del Policlinico. Quando avrò la possibilità di confrontare i risultati dell’indagine interna con quella della commissione esterna e con quella della Regione, se ravviserò delle responsabilità non avrò nessuna remora ad assumere i provvedimenti del caso”.

La bimba, siciliana, era affetta da anemia falciforme, una patologia del sangue e doveva essere sottoposta a un trapianto di midollo osseo. La piccola è deceduta nella fase precedente l’intervento. “Prima di effettuare quel tipo di intervento – spiega Bollero – vengono eseguite una serie di procedure endovascolari”. Una sembra particolarmente delicata: l’inserimento di un catetere nella giugulare.

“Ci sono varie inchieste aperte che accerteranno come si sono svolti i fatti. Noi, al pari della famiglia della bimba, aspettiamo i risultati per capire se c’è stato qualcosa che non ha funzionato” dice all’Adnkronos Salute Giancarlo Aragona, presidente dell’Istituto mediterraneo di ematologia (Ime) presso il Policlinico Tor Vergata di Roma. La piccola, ricoverata dal 2 settembre scorso all’Ime, è deceduta nella fase precedente l’intervento. “La piccola era ricoverata da noi – spiega il presidente dell’Ime -, ma queste procedure preliminari vengono effettuate dal personale e nei locali del Policlinico. L’Istituto mediterraneo di ematologia non dispone infatti di sale operatorie. Lo dico – sottolinea Aragona – solo per fare chiarezza. Non è mia intenzione accusare nessuno”. Prima di effettuare un trapianto di midollo osseo viene eseguita una serie di procedure endovascolari tra cui l’inserimento di un catetere nella giugulare. “In pratica – spiega Aragona, che esprime tutta la sua solidarietà ai genitori della bimba – viene inserita una piccola sonda all’interno di una vena del collo. Serve per iniettare farmaci. E’ chiaramente un’operazione molto delicata, svolta in anestesia totale da uno specialista”.