Usa, terrore a Washington: spari nella sede della Marina, 13 morti. Ucciso il killer era un veterano
Sono almeno 13 le persone che hanno perso la vita nella sparatoria al Quartier generale della Marina a Washington. Lo ha riferito il sindaco della città, Vincent Gray. Il sindaco ha detto che per il momento non si conoscono le ragioni della sparatoria ma “non ci sono motivi” per ritenere che si tratti di un attacco terroristico. Il capo della polizia del District of Columbia, Cathy Lanier ha riferito in una conferenza stampa che uno dei sospettati della sparatoria è morto e che le autorità sono alla ricerca di un altro presunto aggressore, descritto come afroamericano, tra i 40 ed i 50 anni, alto 1 metro e 80. L’uomo indosserebbe un’uniforme militare di colore verde.
Janis Orlowski del Washington Hospital Centre ha detto che un funzionario di polizia e due donne feriti nella sparatoria sono in condizioni critiche, ma “le loro possibilità di farcela sono molto buone”. Il funzionario di polizia, ha detto la Orlowski, è in chirurgia e le autorità “ci hanno detto che credono che arriveranno altri feriti”.
Tra le persone colpite dal commando anche due agenti della polizia del District of Columbia. Al personale della Navy Yard, l’ex area dei cantieri navali della capitale Usa che ospita il Quartier generale della Marina, dove lavorano circa 3mila persone, è stato diramato per alcune ore un ordine di “shelter in place”, ordine di trovare riparo. A seguito della sparatoria, per alcune ore, sono rimasti bloccati i voli all’aeroporto Ronald Reagan. ”Faremo il possibile perché ci sia una risposta a questa azione codarda”, ha affermato il presidente americano Barack Obama. ”Non conosciamo ancora tutti i fatti, ma sappiamo che alcune persone sono state colpite, e alcune sono morte”, ha affermato Obama precisando che ”si tratta di donne e uomini che stavano recandosi al lavoro per proteggere tutti noi, dei patrioti che non si sarebbero aspettati di essere colpiti a casa loro”.
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