Missione compiuta. Dopo 19 ore il relitto della Costa Concordia è tornato in posizione verticale appoggiandosi in sicurezza sul falso fondale appositamente creato, a circa 30 metri di profondità. L’annuncio del commissario delegato per l’emergenza, Franco Gabrielli, è arrivato alle 4 del mattino ed è stato accolto da applausi e lacrime, mentre, nel porto e a largo, le sirene delle navi suonavano a festa. Abbracci tra Gabrielli e i responsabili delle operazioni per Costa, Franco Porcellacchia, e Micoperi, Sergio Girotto, durante la conferenza stampa, mentre Nick Sloan, il direttore delle operazioni di rotazione della Concordia, arrivato sulla terra ferma dopo aver lasciato la control room, è stato accolto come un eroe e si è concesso una birra al bar del porto: ”Non mi aspettavo questa accoglienza – ha detto - Siamo orgogliosi di quel che abbiamo fatto”. ”Ci sono state delle difficoltà tecniche – ha detto più tardi – e il tempo non è stato perfetto, all’inizio con la pioggia, ma ce l’abbiamo fatta. Ora dobbiamo valutare i danni della nave. Poi vedremo”, ha aggiunto con soddisfazione Sloane. “Sono orgoglioso delle persone che vivono qui sono state fantastiche e sono felice di avervi aiutato”. I tecnici, tra cui Gabrielli, hanno raggiunto la nave per una prima ricognizione sulla stabilità e sulle condizioni della fiancata riemersa dalle acque. ”Da quello che abbiamo visto – ha spiegato poi Gabrielli - è più integra di quanto appare da lontano”. Una situazione, dunque, ”meno preoccupante del previsto” perché ”questa sorta di schiacciamento che si vede risulta amplificato dai balconi spazzati via, mentre la facciata sembra più integra di quanto apparisse”. D’altra parte ”i cassoni vanno fissati dalla linea di galleggiamento in basso e la sensazione è che la parte in basso sia meno compromessa. Comunque – ha aggiunto – ci sarà da lavorare, non sarà un gioco da ragazzi”.”Le primissime azioni ora saranno tese alla definitiva stabilizzazione della nave, che dovrà affrontare l’inverno”.Quanto alla tragedia dei due dispersi i cui corpi non sono stati ancora recuperati, Gabrielli l’ha definita ”una delle grandi incompiute” e ”una priorità”. ”Al momento siamo al livello si studio, ma la ricerca ricomincerà materialmente non appena potrà essere garantita la sicurezza degli operatori”. Per Gabrielli “non sarà semplice. Il fatto che i corpi non siano stati trovati fuori vuol dire che si trovano dentro la nave. Ora è chiaro che siamo di fronte a condizioni mutate: quei corridoi che erano diventati pozzi, ora sono tornati corridoi, ma è un’operazione comunque difficile”.Il presidente del Consiglio Enrico Letta si è complimentato col capo della protezione Civile per la riuscita dell’operazione: “Ho appena telefonato a Franco Gabrielli al Giglio – ha scritto il premier su Twitter -. Gli ho detto che tutti coloro che stanno lavorando lì sono un grande orgoglio italiano”. E Letta nel pomeriggio riceverà Gabrielli nella Sala dei Galeoni di palazzo Chigi insieme a una delegazione di quanti in queste ore sono stati impegnati all’Isola del Giglio nelle operazioni di rotazione del relitto della Concordia.
”Tutta la parte ingegneristica è orgogliosamente italiana”, ha ricordato Gabrielli che ha voluto sottolineare come la rotazione della Concordi ”è stata la vittoria di una squadra pubblico-privato. Non c’è mai stato un uomo solo al comando, ma una squadra che ha lavorato con comunione di intenti. Non siamo stati sempre d’accordo ma alla fine abbiamo trovato la quadra, e questo è un successo che possiamo riconoscere al Paese”. Certo, ha scherzato Gabrielli, ”sono convinto che troveremo qualcosa che non è andato… e questo mi rasserena. Ma non si potrà dire che il cornetto di stamattina non era con la marmellata”.
L’operazione comunque non è conclusa e neanche i rischi collegati. ”Riterremo conclusa l’operazione quando la nave lascerà il Giglio” perché ”la permanenza della nave in mare costituisce di per sé un elemento di rischio legato alle condizioni meteomarine”. La Concordia ”non si trova in una bacinella” ma ”sono state predisposte contromisure per farvi fronte”.
Finora Costa ha sostenuto 600 milioni di spese. ”Non abbiamo ancora una previsione sul budget finale – ha detto nel corso della conferenza stampa al Giglio il ceo della compagnia Michael Tamm – Dipende dalle prossime misure, dalle condizioni dell’isola e dalla destinazione finale della nave. I danni saranno coperti principalmente dall’assicurazione ma non del tutto. Comunque pagheremo tutto quello che ci verrà chiesto. D’altra parte, l’aspetto finanziario è importante ma ci sono anche altri aspetti importanti, a cominciare dalla sicurezza”.
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