Decadenza con suspense a poche ore dal voto, videomessaggio di Berlusconi alle 18
Conto alla rovescia sul voto in Giunta sulla decadenza di Silvio Berlusconi da senatore. Un voto che, sulla carta, ha un finale già scritto: la bocciatura della relazione del pidiellino Andrea Augello. Dopo il voto, stasera, il Cavaliere riunirà lo stato maggiore del Pdl per decidere il da farsi. Lo ha annunciato ieri Angelino Alfano: “Domani dopo il voto della giunta per le elezioni del Senato sulla decadenza, i ministri del Pdl andranno da Berlusconi che intanto sarà rientrato a Roma e decideremo sul da farsi”. Ma Berlusconi potrebbe dire la sua anche prima. E’ atteso infatti ilvideomessaggio del Cav per le ore 18. Annuncerà la crisi di governo? Viene chiesto ad Alfano, ospite di ‘Porta a Porta’: “Non posso anticipare quello che dirà il presidente Berlusconi su questo, ma dico che annuncerà la nascita di un nuovo grande movimento che aprirà una nuova fase della nostra esperienza politica, stiamo parlando di una nuova Forza Italia”. Questa mattina, Andrea Augello, al termine dei lavori della Giunta, dove ha esposto la sua replica dopo la discussione generale in merito alla decadenza di Silvio Berlusconi da senatore, ha detto: “Non so se il presidente Berlusconi dopo il voto di stasera deciderà di interrompere l’esperienza di governo, ma la decisione del Pd toglie ogni prospettiva strategica al governo”. Le dichiarazioni finali dei gruppi e il voto si terranno nella sede di Sant’Ivo alla Sapienza a partire dalle 20.30.
Il presidente della Giunta delle elezioni e delle immunità del SenatoDario Stefano non chiude alla possibilità di votazioni plurime in merito alla relazione di Augello. “Se emerge una tendenza in favore della impostazione di Augello e se mi verrà fatta una richiesta condivisa – ha specificato al termine dei lavori della Giunta di oggi – non avrò difficoltò a sottoporre al voto le singole questioni”. Stasera, quindi, non è escluso che i membri della Giunta possano pronunciarsi con voti separati su due questioni preliminari (possibilità di ricorso alla Consulta e possibilità di ricorso alla Corte di Lussemburgo) più il voto finale sulla relazione di Augello che chiede la convalida dell’elezione di Berlusconi a Palazzo Madama. Per questo, ha aggiunto Stefano, “Malan ha fatto male a lasciare i lavori della Giunta. Avrebbe fatto meglio ad aspettare le conclusioni prima di rilasciare certe dichiarazioni”.
Il senatore Pdl Lucio Malan ha, infatti, lasciato in anticipo i lavori lamentandosi poi con i giornalisti del fatto che in Giunta, nonostante le promesse di voti separati, sarà invece uno soltanto. “Si è finalmente capito che l’unico obiettivo – ha precisato – è quello di eliminare dalla scena Berlusconi, l’unico in grado di sconfiggere la sinistra”.
L’esito negativo, che si tratti di uno o più voti, sembra scontato, in tutti e tre i casi, vista la maggioranza contraria che si è creata tra Pd-M5S-Sel, ma la novità procedurale potrebbe comportare un leggero allungamento dei tempi. Ogni gruppo avrà 10 minuti per dichiarazione di voto finale (che è, però, unica per ogni gruppo, visto che non si dovrebe aprire una discussione sulle pregiudiziali) quindi si tratta, per sette gruppi, di 70 minuti complessivi. Tra le 22 e le 22.30, dopo il voto sulle due questioni pregiudiziali, salvo colpi di scena, dovrebbe esserci il ‘verdetto’ sulla decadenza di Silvio Berlusconi. Tutte le votazioni saranno per alzata di mano. Visto che sembra piuttosto scontato il finale in giunta, l’attenzione è tutta sul voto in aula al Senato. E continuano i sospetti su possibili ‘traditori’ nella fila del Pdl. Un sospetto alimentato anche da un fuorionda in cui il senatore Giuseppe Castiglione appare come uno dei promorori della fronda pidiellina pronta a sostenere il governo Letta in caso di crisi. Alfano è convinto della lealtà di tutto il gruppo Pdl a palazzo Madama: “La linea la stabilisce il presidente Berlusconi e il partito. Chi non segue la linea è fuori. La lealtà del gruppo degli eletti siciliani sarà completa, come sempre”.
Sulla legge che porta il suo nome e che ha alimentato il dibattito in giunta, rompe il silenzio l’ex-ministroPaola Severino. “Eravamo d’accordo” nel governo Monti ”quando, dopo un lungo e accurato approfondimento abbiamo varato la legge: quando si fa una legge si crede a quello che si fa, adesso la sua applicazione spetta al Parlamento”. Ieri a movimentare la giornata in giunta due novità: il lodo Buemi e il ricorso dei legali di Berlusconi contro la condanna della Cassazione. Per quanto riguarda il primo punto, la questione è stata velocemente archiviata. Il senatore, membro della giunta, Enrico Buemi ha proposto una terza via tra conferma e decadenza: Berlusconi potrebbe essere dichiarato decaduto non per via della legge Severino ma della pena della interdizione dai pubblici uffici, che deve essere rideterminata dalla Corte d’Appello di Milano. Ma il lodo Buemi è stato bocciato sia da Pd che dai 5 Stelle. Quanto al ricorso in Cassazione, è stato presentato ieri mattina al procuratore generale della Suprema corte dall’avvocato Daniele Morelli e dal dottor Maurizio Benedettini, in qualità di cittadini-elettori. Secondo i legali dello studio romano ‘Morelli partners’ la sentenza dovrebbe essere dichiarata nulla per violazione dell’articolo 67 dell’ordinamento giudiziario, perché viene condiderata “promiscua” la composizione del collegio della sezione feriale.
Intanto continua la battaglia del Movimento 5 Stelle per il voto palese in aula al Senato sulla decadenza di Berlusconi. Ieri i grillini hanno presentato un disegno di legge per modificare il regolamento del Senato, in modo da eliminare la possibilità del voto segreto, primo firmatario Vincenzo Santangelo. Una proposta nella quale, tra l’altro, viene specificato che “sono effettuate a scrutinio palese le votazioni comunque riguardanti persone e le elezioni mediante schede”. ”Il regolamento del Senato, se c’è la volontà si può cambiare in pochissimo tempo -ha sottolineato il capogruppo M5S Nicola Morra- in questa legislatura abbiamo già compiuto una modifica in brevissimo tempo. Dal momento che a parole altri gruppi parlamentari si sono espressi per il voto palese e contro il voto segreto, non resta che scolpire nella storia di questo Paese questo cambiamento con il voto urgente del Senato. Ora ci aspettiamo comportamenti coerenti alle parole espresse da parte dei parlamentari delle forze politiche che si sono espresse a favore del voto palese”.
E Michele Gianrusso, membro M5S in giunta, ha detto che si potrebbe votare in modo palese anche oggi: “I tempi ci sarebbero: volendo la giunta del regolamento del Senato potrebbe già riunirsi domani per valutare la nostra proposta sulle deliberazioni a solo voto palese del Senato. D’altronde – ha proseguito il senatore grillino- c’è una maggioranza che si è espressa a favore del voto palese: ci siamo noi, il Pd, Sel e anche la Lega. E lo stesso presidente Grasso ha detto che se c’è la maggioranza” non si opporrebbe al voto palese. Voto segreto o no, Massimo D’Alema non ha dubbi sul fatto che il Pd sarà compatto al Senato sulla decadenza di Berlusconi. “Non credo che si debba abolire il voto segreto per garantire l’unità del Pd. Il Pd non è disunito nella valutazione sul voto per Berlusconi e non ci sono problemi di sorta”. ”Se si prendesse atto con serenità dell’insostenibilità della posizione di Berlusconi – ha aggiunto D’Alema- sarebbe la via migliore e più semplice per tutti. Il 19 ottobre di Tribunale di Milano -ha ricordato- deciderà sulle pene accessorie. Si tratta di una resistenza accanita di qualche giorno, poi, quando scatta l’interdizione dai pubblici uffici, non c’è più motivo di dibattito”.D’Alema ha annunciato inoltre che potrebbe arrivare un atto a sorpresa: le dimissioni del Cav. Il presidente di Italianieuropei ha spiegato di aver ”sentito Casini dire che Berlusconi compirà un gesto di grandissima responsabilità e lo ha detto con l’aria di chi ha una
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