Imu, la Corte dei Conti ha dubbi sulle coperture da slot machine e condoni fiscali. M5S a Napolitano: Non firmare
Dubbi su alcune delle coperture previste dal decreto legge Imu, che dovrebbero arrivare dalla sanatoria del contenzioso della magistratura contabile con le società che gestiscono slot machine, e ”incertezze” legate alla sovrapposizione tra norme vecchie e nuove. Sono le perplessità espresse dalla Corte dei Conti, nel corso dell’audizione che si tiene nelle commissione Bilancio e Finanze della Camera. In particolare la magistratura contabile punta l’attenzione su 600 milioni, che dovrebbero arrivare dal condono per le cause presso la Corte dei Conti. ”Appare opportuno interrogarsi sull’idoneità” della norma ad assicurare il gettito stimato che, osserva la Corte dei conti, ”concorre in modo determinante ad assicurare la copertura dell’intero” decreto.
Per la Corte dei Conti è ”doveroso esprimere perplessità nei confronti di una disposizione che si risolve in una contrapposizione fra comprensibili esigenze di gettito e salvaguardia delle pronunce giurisdizionali e dei principi costituzionali che in esse si trovano espresse”. Inoltre, osserva la magistratura contabile, non si è registrata alcuna adesione da parte dei soggetti di grandi dimensioni. ”Si tratta delle posizioni economicamente più rilevanti che, proprio per questo, risentono delle incertezze che caratterizzano questa prima applicazione della norma”. Il maggior gettito previsto dall’erario, prosegue la Corte dei Conti, dipenderà ”non solo dal tasso di adesione alla procedura agevolata ma anche dai margini valutativi riservati al giudice d’appello, in ordine al merito delle istanze di definizione presentate”.
Infine arriva un’osservazione anche sulla clausola di salvaguardia, che garantirebbe comunque la copertura attraverso l’incremento degli acconti Irap e Ires. Secondo la magistratura contabile la copertura attraverso la leva fiscale provocherebbe ”rilevanti effetti di natura distributiva”. Appello al Presidente della Repubblica dal capogruppo dei 5 Stelle alla Camera Alessio Villarosa. “Chiediamo spiegazioni a Napolitano” sulla firma apposta al dl Imu: “un decreto incostituzionale. Chiediamo dunque al Capo dello Stato di non firmare il ddl di conversione, valutandolo attentamente”, è la richiesta. “Solo 17 società – rimarca Villarosa – si sono dette disposte a pagare, per un totale di 13mila euro: siamo ben lontani, dunque, dai 600 milioni previsti dal provvedimento. La Corte dei Conti si è soffermata sui giochi, noi siamo andati più a fondo e abbiamo visto che manca anche la copertura derivante dall’extragettito Iva sui pagamenti dei debiti della P.A. Ciò significa – denuncia il capogruppo M5S – che si andranno a ritoccare Irpef e Irap, come previsto dalla clausola di salvaguardia. A pagare purtroppo saranno sempre i soliti”.
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