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Mediatrade, il sen. De Gregorio ai Pm: “Ho aiutato Berlusconi ad evitare le rogatorie dei magistrati di Hong Kong”

Il senatore Sergio De Gregorio rivela ai pm di Milano un colloquio avuto con l’ex presidente del Consiglio Silvio Berlusconi in merito a un suo presunto interessamento a rogatorie eseguite dai magistrati a Hong Kong nell’ambito del processo ‘Mediatrade’. Berlusconi “mi ringraziò per il mio interessamento e per aver tenuto i contatti con le autorità di Hong Kong – afferma -. Mi disse anche che tutta la situazione volgeva al meglio in quanto anche in California ed in Irlanda la Procura di Milano aveva avuto degli insuccessi”.Nel verbale di interrogatorio del 10 settembre scorso De Gregorio interpellato in merito all’intervento da lui pronunciato in Senato il 17 giugno 2008 spiega che quelli “erano giorni molto caldi sul versante giustizia. Nell’intervento in Aula io riferivo del fatto che le autorità di Hong Kong si erano determinate ‘ad emettere una rogatoria per sentire a Milano in qualità di testimoni i pubblici ministeri’. Riferivo anche che censure nei confronti dell’attività di indagine della Procura di Milano erano state espresse dalle autorità americane ed irlandesi”.

Nel suo interrogatorio sottolinea anche che “queste informazioni mi erano state date dallo stesso Berlusconi. Alcuni giorni prima lo avevo incontrato a Palazzo Grazioli e lui era molto soddisfatto perché aveva saputo, non so attraverso quali canali, che la corte di Hong Kong aveva deciso di inviare una rogatoria in Italia per sentire i pubblici ministeri e che quindi la causa ad Hong Kong stava andando bene”. De Gregorio afferma dunque di essere intervenuto ”in Senato”, il 17 giugno 2008, a favore di Berlusconi in relazione a delle “censure nei confronti dell’attività d’indagine della Procura di Milano” che venivano ”dalle autorità americane ed irlandesi”. Berlusconi “dopo aver manifestato grande irritazione per l’attività d’indagine che era stata fatta ad Hong Kong mi chiese ‘cosa potevamo fare’, io gli promisi che mi sarei interessato, anche perché nel corso delle visite ad Hong Kong avevo intessuto delle relazioni personali che avrebbero potuto rivelar si utili”, continua De Gregorio.

”Tempo dopo Berlusconi mi disse che l’ambasciatore cinese gli aveva confermato che avrebbe fatto quanto in suo potere per bloccare questa rogatoria”, continua De Gregorio, riferendo in merito all’incontro tra l’ex presidente del Consiglio e Dong Jinyi. Un incontro cui De Gregorio non partecipò ”perché non volevo apparire troppo presenzialista. So che l’incontro è stato a Palazzo Grazioli e che vi partecipò anche Valentino Valentini, consigliere politico di Berlusconi”.

“Dopo la caduta del governo Prodi e con l’inizio di una nuova legislatura, io ho continuato ad occuparmi della vicenda Hong Kong, come si rivela dall’intervento in aula del 17 giugno 2008, ma ormai il grosso del lavoro era stato fatto”, dice l’ex senatore ai pm di Milano. “Ho continuato a tenere rapporti con la rappresentanza di Hong Kong”, poi “ho parlato più volte con Mary Chow degli interventi che erano stati effettuati per cercare di bloccare la rogatoria ma era più che altro un’informativa senza che vi fosse la richiesta di altri interventi visto che la questione sembrava essere stata risolta”.