Letta: “Berlusconi ha umiliato l’Italia”. Il premier da Napolitano “serve una verifica”
“Ho chiesto al Capo dello Stato di ricevermi” perché “voglio, insieme al Presidente Napolitano, discutere e valutare le modalità con le quali andare a chiedere un chiarimento assolutamente indispensabile sia nel governo, sia in Parlamento”. Lo annuincia da New York il presidente del Consiglio Enrico Letta dopo le minacce del Pdl di dimettersi in massa in segno di solidarietà con Silvio Berlusconi in caso di sua decadenza.
Letta ha quindi espresso “profonda condivisione con le parole che il Capo dello Stato ha espresso oggi, parole che condivido dalla prima all’ultima”. Serve “un chiarimento su dove vogliamo andare – dice il premier – perché è assolutamente essenziale in questo momento dare chiarezza e stabilità. Ci troviamo di fronte al momento di preparazione della legge di stabilità, che sarà il cuore del progetto di rilancio del Paese nel prossimo anno. Un chiarimento che ritengo essenziale, dobbiamo andare in Parlamento a verificare se c’è la volontà di andare avanti, su quali prospettive, con quali comportamenti e su quali basi”. E, avverte Letta, “voglio che il chiarimento avvenga davanti ai cittadini italiani”, che “devono poter vedere, verificare, valutare, giudicare, non nel chiuso di stanze o di verifiche da prima Repubblica” e “ognuno si possa prendere le responsabilità che deve prendersi”.
A chi gli chiede se il ‘chiarimento politico’ sarà accompagnato da un voto di fiducia Letta replica che “valuterò insieme al capo dello Stato le modalità”. Quanto a sue possibili dimissioni dice: “Io so dove si deve andare e lo proporrò” al Parlamento, “ciascuno si assumerà le proprie responsabilità e poi valuteremo i passi successivi. Per adesso mi fermo qua”. Quindi assicura che “non c’è alcun colpo di Stato in corso. In Italia c’è lo stato di diritto”. La realtà, spiega, è che “siamo di fronte all’arrovellamento attorno al futuro di una forza politica e del suo leader”. E punta il dito contro il Pdl: “Mentre ieri parlavo all’Assemblea generale delle Nazioni Unite” dove “rappresentavo l’Italia, non me stesso, il fatto che contemporaneamente si siano svolte in Italia attività istituzionali che certamente non hanno aiutato il mio sforzo di rappresentare al meglio l’Italia, lo considero un’umiliazione non mia personale, ma un’umiliazione dell’Italia”.
Per il “chiarimento” richiesto alla maggioranza, il presidente del Consiglio non si limiterà a “riscrivere” quanto detto nel discorso della fiducia alle Camere (“Il 28 o il 29 aprile, non mi ricordo mai…”) ma, dice Enrico Letta, “sarà un’agenda che tenga conto di quel che è accaduto”. Letta ha sottolineato, in particolare, che ci sono le prospettive di crescita da difendere visto che “c’è la possibilità che torni il segno ‘più’” su questo fronte e che nell’”agenda” farà pesare le tre iniziative che ritiene più rilevanti: quelle per favorire le assunzioni dei giovani, il provvedimento sulle ristrutturazioni edilizie eco-compatibili, il pagamento dei debiti della Pubblica amministrazione”.
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