La rivoluzione di Francesco: “Ecco come cambiero’ la Chiesa” Il proselitismo? “Una vera sciocchezza”
“I più gravi dei mali che affliggono il mondo in questi anni sono la disoccupazione dei giovani e la solitudine in cui vengono lasciati i vecchi”. Lo ha detto Papa Francesco in un colloquio con Eugenio Scalfari su ‘la Repubblica’. “I vecchi hanno bisogno di cure e di compagnia – ha proseguito il Papa – i giovani di lavoro e di speranza, ma non hanno né l’uno né l’altra, e il guaio è che non li cercano più. Sono stati schiacciati sul presente”. ”Mi dica lei: si puo’ vivere schiacciati sul presente? – ha continuato Papa Francesco – Senza memoria del passato e senza il desiderio di proiettarsi nel futuro costruendo un progetto, un avvenire, una famiglia? E’ possibile continuare cosi’? Questo, secondo me, è il problema più urgente che la Chiesa ha di fronte a sè”.
Ripartire dal Concilio, aprire a cultura moderna Papa Francesco spiega anche come cambiera’ la Chiesa. “Mi pare d’aver gia’ detto prima che il nostro obiettivo non e’ il proselitismo ma l’ascolto dei bisogni, dei desideri, delle delusioni, della disperazione, della speranza – dice Papa Francesco – Dobbiamo ridare speranza ai giovani, aiutare i vecchi, aprire verso il futuro, diffondere l’amore. Poveri tra i poveri. Dobbiamo includere gli esclusi e predicare la pace”. ”Il Vaticano II, ispirato da papa Giovanni e da Paolo VI, decise di guardare al futuro con spirito moderno e di aprire alla cultura moderna – aggiunge – I padri conciliari sapevano che aprire alla cultura moderna significava ecumenismo religioso e dialogo con i non credenti. Dopo di allora fu fatto molto poco in quella direzione. Io ho l’umilta’ e l’ambizione di volerlo fare”.
Curia ha un difetto, e’ troppo vaticano-centrica ”I Capi della Chiesa spesso sono stati narcisi, lusingati e malamente eccitati dai loro cortigiani. La corte e’ la lebbra del papato”., ha poi detto il Papa che precisa di non riferirsi alla Curia: “No, in Curia ci sono talvolta dei cortigiani, ma la Curia nel suo complesso e’ un’altra cosa. E’ quella che negli eserciti si chiama l’intendenza, gestisce i servizi che servono alla Santa Sede. Pero’ ha un difetto: e’ Vaticano-centrica. Vede e cura gli interessi del Vaticano, che sono ancora, in gran parte, interessi temporali”. “Questa visione Vaticano-centrica trascura il mondo che ci circonda – sottolinea il Papa – Non condivido questa visione e faro’ di tutto per cambiarla. La Chiesa e’ o deve tornare ad essere una comunita’ del popolo di Dio e i presbiteri, i parroci, i Vescovi con cura d’anime, sono al servizio del popolo di Dio. La Chiesa e’ questo, una parola non a caso diversa dalla Santa Sede che ha una sua funzione importante ma e’ al servizio della Chiesa”. “Io non avrei potuto avere la piena fede in Dio e nel suo Figlio se non mi fossi formato nella Chiesa – aggiunge il Papa – e ho avuto la fortuna di trovarmi, in Argentina, in una comunita’ senza la quale non avrei preso coscienza di me e della mia fede”.
La Chiesa non si occupera’ di politica ”La politica e’ la prima delle attivita’ civili ed ha un proprio campo d’azione che non e’ quello della religione. Le istituzioni politiche sono laiche per definizione e operano in sfere indipendenti. Questo l’hanno detto tutti i miei predecessori, almeno da molti anni in qua, sia pure con accenti diversi”. “Io credo che i cattolici impegnati nella politica hanno dentro di loro i valori della religione ma una loro matura coscienza e competenza per attuarli. La Chiesa non andra’ mai oltre il compito di esprimere e diffondere i suoi valori, almeno -ha sottolineato il Papa- fin quando io saro’ qui”.
Quando incontro un clericale divento anticlericale ”Quando ho di fronte un clericale divento anticlericale di botto. Il clericalismo non dovrebbe aver niente a che vedere con il cristianesimo. San Paolo che fu il primo a parlare ai Gentili, ai pagani, ai credenti in altre religioni, fu il primo ad insegnarcelo”. Al Conclave grande ansia mi invase prima di accettare Ricordando i momenti immediatamente successivi alla sua elezione a pontefice rivela: “Prima dell’accettazione chiesi di potermi ritirare per qualche minuto nella stanza accanto a quella con il balcone sulla piazza. La mia testa era completamente vuota e una grande ansia mi aveva invaso. Per farla passare e rilassarmi chiusi gli occhi e scomparve ogni pensiero, anche quello di rifiutarmi ad accettare la carica come del resto la procedura liturgica consente. Chiusi gli occhi e non ebbi piu’ alcuna ansia o emotivita’”. “Ad un certo punto una grande luce mi invase, duro’ un attimo ma a me sembro’ lunghissimo – aggiunge il Papa – Poi la luce si dissipo’ io m’alzai di scatto e mi diressi nella stanza dove mi attendevano i cardinali e il tavolo su cui era l’atto di accettazione. Lo firmai, il cardinal Camerlengo lo controfirmo’ e poi sul balcone ci fu l”Habemus Papam’”.
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