Strage di migranti al largo di Lampedusa. Un barcone con almeno 500 a bordo (eritrei, somali e ghanesi) è naufragato all’alba di oggi a poche miglia dall’isola. Sono già 93 i cadaveri recuperati, tra loro 47 donne, due delle quali incinte, e quattro bambini. Le salme si trovano nell’hangar dell’aeroporto. Dei migranti 155 sono stati messi in salvo. Nel relitto, individuato a 47 metri di profondità, ci sarebbero decine di morti, rimasti imprigionati nella carretta del mare. Qualcuno parla di un centinaio di morti, ma il numero esatto ancora non si conosce. Sul luogo ci sono i sommozzatori dei Vigili del fuoco e della Guardia costiera. La tragedia è avvenuta nella zona tra la Tabaccara e l’Isola dei Conigli. A bordo del
barcone, partito dalla Libia, è scoppiato un incendio, sembra per una coperta data alla fiamme dai naufraghi per attirare l’attenzione di un peschereccio non distante. Decine e decine di immigrati per il panico si sono gettati in acqua, hanno raccontato i sopravvissuti al naufragio accompagnati, ancora sotto choc, sulla terraferma a Lampedusa. Alcuni dei migranti in mare si sono messi a nuotare per raggiungere gli scogli. Nella zona del naufragio sono giunte motovedette della Guardia costiera, oltre ai mezzi della Guardia di Finanza, carabinieri e pescatori lampedusani con i loro pescherecci. Una vera e propria catena umana per aiutare gli immigrati finiti in mare. La procura di Agrigento ha aperto un’inchiesta. Tra le ipotesi di reato anche quella di omicidio plurimo. Dopo la tragedia il vicepremier e ministro dell’Interno, Angelino Alfano, ha annullato la conferenza stampa in programma alle 12 a Palazzo Chigi con i ministri del Pdl. “Le vittime sono soprattutto eritrei e somali” ha comunicato Alfano. E’ una ”tragedia immane” ha sottolineato il vicepremier, chiarendo che oggi ”non è il tempo delle polemiche, ma è il tempo della prontezza e dell’efficacia dei soccorsi”. Quanto ai pescherecci passati nella zona del naufragio, “non hanno visto” il barcone, “altrimenti sarebbero intervenuti. Gli italiani sono di grande cuore”.’Speriamo che l’Europa si renda conto che non è dramma italiano - ha poi rimarcato Alfano - ma un dramma europeo. Faremo sentire la nostra voce, alta e forte. L’Europa deve diventare protagonista perché o diventa protagonista o non si può dire che ci sia un’Europa solidale. Noi vogliamo che Lampedusa venga considerata frontiera dell’Europa e confine dell’Europa, non frontiera e confine italiano. La nostra priorità ora è salvare vite”. Nel pomeriggio Alfano è arrivato a Lampedusa dove, nell’hangar dell’aeroporto, ha reso omaggio alle vittime. Poi si è recato al poliambulatorio dell’isola per far visita ai migranti recuperati. Con il vicepremier ha parlato al telefono il commissario Ue agli Affari Interni, Cecilia Malmstroem. Il tema dell’immigrazione “sarà affrontato la prossima settimana al Consiglio” dei ministri dell’Interno a Lussemburgo. Inoltre “andrà a Lampedusa”, ha scritto il commissario su Twitter.
Ha parlato di “tragedia immane” anche il premier Letta che ha convocato il Cdm per proclamare il lutto nazionale nella giornata di domani. Su quanto accaduto il governo riferirà in Parlamento ”appena il quadro conoscitivo sarà completo, nelle forme e nei modi che verranno definiti con le presidenze di Camera e Senato”, ha informato il viceministro dell’Interno Filippo Bubbico.
“E’ una tragedia” le parole del sindaco di Lampedusa, Giusi Nicolini, che ha scritto un telegramma al presidente del Consiglio ”invitandolo a venire a Lampedusa per contare i morti”. Bisogna creare “corridoi umanitari. Nei paesi civili quando la gente scappa dalla guerre non si lascia annegare, si fanno i corridoi umanitari”, ha denunciato il sindaco all’Adnkronos. “Chiunque vedrà questi morti allineati sulla banchina, penserà ciò che sto pensando io, ciò che stanno pensando i soccorritori: perché non li mandano a prendere vivi? – ha aggiunto – Noi continuiamo a gridare tutto il nostro dolore e oggi più che mai ma l’Europa continua ad essere assente”.
“Sono sconvolto da ciò che ho visto” ha dichiarato all’Adnkronos il parroco di Lampedusa, don Stefano Nastasi. Nei sei anni trascorsi sull’isola “non avevo mai visto nulla di simile. E’ una mattanza che va fermata. La Comunità Europea e il governo italiano devono mobilitarsi, servono risposte per evitare queste tragedie. Serve un cordone umanitario”.
Della tragedia ha parlato, in apertura del discorso pronunciato oggi a un forum a New York su immigrazione e sviluppo, il segretario generale dell’Onu, Ban Ki moon. La strage di migranti al largo di Lampedusa ci spinge ulteriormente “all’azione” ha affermato Ban Ki moon.
Intanto, a poche decine di metri dalla banchina del molo Favaloro di Lampedusa, dove sono sistemate le salme dei naufraghi, centinaia di bagnanti, tra cui numerosi turisti, in acqua o a prendere il sole. Accade anche questo nella tragedia del naufragio.
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