Lampedusa, 111 corpi ritrovati ma ancora tanti i dispersi. Epifani e Alfano divisi sulla legge Bossi-Fini
Sono 111 finora i corpi ritrovati dei migranti vittime del tragico naufragio di ieri davanti a Lampedusa. Lo ha detto il ministro dell’Interno Angelino Alfano, intervenendo dall’isola siciliana a ‘La telefonata’ di Maurizio Belpietro su Canale 5. “Abbiamo salvato oltre 150 persone, grazie al movimento di oltre 300 soccoritori, e ne sono morte fin qui 111. Purtroppo il bilancio non è definitivo”, ci sono ” altri corpi incagliati nel peschereccio affondato” ha sottolineato proponendo di “assegnare il Nobel per la pace all’isola”.
Le ricerche, proseguite per tutta la notte, sono state però temporaneamente fermate. “Le condizioni meteo non ci permettono per ora di proseguire -spiegano i vigili del fuoco- riprenderemo probabilmente nel primo pomeriggio”. Sarebbero ancora un centinaio i corpi incastrati nel relitto. Per Alfano, che alle 13 riferirà alla Camera, occorre far “sentire forte la nostra voce in Europa per modificare il regolamento di Dublino, che è l’accordo internazionale che carica, troppo sui Paesi di primo ingresso il peso dell’immigrazione”. Secondo il ministro bisogna inoltre “intervenire wsu Frontex, il sistema europeo per la protezione delle frontiere: questo mare – ha spiegato – segna il confine tra l’Africa e l’Europa, non tra l’Africa e la Sicilia e quindi va protetto con aerei e navi europei in modo più efficace di quanto avviene ora”. Il tema, ha detto ancora Alfano, “lo porrò lunedì e martedì a Lussemburgo quando incontreremo il commissario europeo Cecilia Malmstrom e gli altri ministri del continente. L’Europa – ha concluso – ddeve rendersi conto che il fatto è strutturale e non riguarda un solo paese”.
Quindi, rispondendo a chi invoca la cancellazione della legge Bossi-Fini, afferma: “Se fosse possibile risolvere il problema dei morti in mare cancellando una legge, viva tutti gli emendamenti che la cancellano. Purtroppo il problema è più complesso”. “Invito tutti, davvero, a sospendere in queste ore la polemica politica sulle leggi del nostro Paese -aggiunge- fin quando non avremo completato questo recupero. Se si sente il cattivo odore della pretestuosa polemica politica durante le fasi di soccorso e di raccoglimento dei morti, davvero il nostro Paese non ha la sensibilità che ci aspettiamo che abbia”.
Intanto sono arrivate a Lampedusa con la nave traghetto proveniente da Porto Empedocle oltre 140 bare che serviranno per i cadaveri dei profughi. Le vittime saranno tumulate in diversi comuni dell’agrigentino. Oggi così come deciso dal Consiglio dei ministri convocato dal premier Letta, è il giorno del lutto nazionale. E Lampedusa, in segno di rispetto, ha chiuso i battenti: bar, ristoranti, perfino il benzinaio ha deciso di tenere le saracinesche abbassate. Soltanto un panificio e un piccolo market di generi alimentari sono aperti. Per il resto via Roma è deserta. Chiusi i negozi di souvenir e i bar dove i turisti, ancora numerosi sull’isola si siedono per l’aperitivo o il caffé.
C’è molta rabbia tra i lampedusani per quanto accaduto ieri. “Quelle povere persone andavano salvate -dicono in coro- non si possono fare morire più di cento persone a pochi metri dalla riva. Una vergogna”. Intanto sono ancora appesi nel centro della piazza gli striscioni di protesta. Su uno c’è scritto: “Meno passerelle, più fatti”. E su un altro “Un’isola piena di dolore che porta il peso dell’indifferenza del mondo”.
Nel pomeriggio sarà celebrata una messa nella chiesa madre dell’isola alla presenza del presidente della Camera Laura Boldrini. A celebrare l’omelia sarà don Stefano Nastasi, parroco della chiesa e, con ogni probabilità, anche il vescovo di Agrigento, monsignor Francesco Montenegro. Subito dopo alle 19, prenderà il via una fiaccolata per le vie dell’isola.
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